Sia la Questura che la Prefettura di Lucca sono state regolarmente informate a tempo debito degli allontanamenti volontari dei 9 ragazzi e la richiesta formale di cancellazione anagrafica è stata inoltrata solo successivamente all’emissione di formale decreto di revoca delle misure di accoglienza a carico degli interessati da parte delle istituzioni competenti come previsto per legge.” E’ quanto dichiarato da Valerio Bonetti, presidente della cooperativa Odissea, che replica così all’articolo pubblicato ieri sul quotidiano Il Tirreno, edizione di Viareggio, in merito alla presunta ‘irreperibilità’ di 9 rifugiati del Pakistan ospiti della pensione Andrea Doria a Torre del Lago gestita dalla cooperativa.

Il 26 luglio 2017 la Cooperativa Odissea ha protocollato una richiesta di cancellazione anagrafica (reiterata in data 30/8/2017 e 24/11/2017) per diversi richiedenti/titolari di protezione internazionale che, nel corso dell’anno in oggetto, avevano deciso di lasciare spontaneamente, per esigenze individuali riconducibili alla ricerca di lavoro in altre parti d’Italia, il centro di accoglienza straordinario istituito presso l’Hotel Andrea Doria, dove erano stati inseriti al loro arrivo in Italia nel dicembre 2015. I nove ragazzi in oggetto risultano tecnicamente “irreperibili” solo per l’ufficio anagrafe del Comune di Viareggio, in forza di quanto previsto dall’articolo 11, comma 1, lett. c) del vigente Regolamento Anagrafico (D.P.R. 30.5.1989 n. 223), non avendo nessuno di essi richiesto la fissazione della residenza ma solo il domicilio presso i luoghi di attuale dimora.

“Un atto dovuto – spiega Bonetti – vista l’impossibilità di iscrivere anagraficamente i nuovi ospiti trasferiti dalla Prefettura di Lucca, a ripristino del numero complessivo iniziale, visto il numero massimo di 25 persone iscrivibili come residenti presso il centro in questione. Preme quindi precisare che il godimento delle misure di accoglienza è assoggettato alla mancanza di mezzi di sussistenza da parte degli ospiti ed al rispetto di specifiche regole dettate normativamente, ma ognuno di essi è libero di rinunciarvi in ogni istante, provvedendo in autonomia alle proprie necessità, senza che ciò intacchi la regolarità del proprio soggiorno in Italia o tanto meno il proseguo dell’iter giuridico per il riconoscimento della protezione internazionale. L’unico onere a loro carico – conclude il presidente – è quello di comunicare alla Questura competente il nuovo indirizzo, sia che si tratti di residenza o domicilio, senza che vi sia alcuna limitazione della loro libertà di circolazione sul territorio nazionale. Ed è quanto è stato fatto.”

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ultimo aggiornamento: 28-11-2017


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