Venerdì 15 dicembre alle 17 all’Hotel Esplanade di Viareggio l’Associazione culturale Medusa organizza un incontro (aperto a tutti e a ingresso libero) con lo scrittore Guido Del Monte dal titolo: “Maison Nouvelle Vague, i libri indipendenti scritti e diretti dall’autore”. Ho incontrato Del Monte in occasione di questa anteprima.

Guido Del Monte è uno di quegli scrittori entusiasti e appassionati, ma privi di quella boria che caratterizza tanti autori un po’ troppo presi dal proprio ruolo. E’ sincero, spontaneo e basta parlarci un po’ per capire che è  perfettamente consapevole di essere solo un tramite tra storie, personaggi e lettori.

Ci fai una breve cronistoria del tuo percorso di autore?

È cominciato tutto quando avevo nove anni e scrissi in lacrime IL PICCOLO PULCINO, una poesia dedicata al mio animaletto morto in un incidente domestico. La scrissi in classe e la maestra fece solo qualche correzione ortografica senza permettersi di cambiare altro. Da allora ho sempre amato i correttori di bozze che gentilmente lavorano per chi scrive. Se la parola “editor” non significa “correttore di bozze”, allora sinceramente non fa per me. La poesia fu un piccolo successo scolastico e per vie traverse finì pubblicata su un giornale brasiliano di San Paolo con la traduzione in portoghese. Tutto quello che è seguito dopo lo si trova on line.

Come è nata l’idea del progetto editoriale Maison Nouvelle Vague?

È nata quando ho dovuto dare una forma compiuta all’idea che potessi scrivere e pubblicare i miei libri con le stesse motivazioni e le stesse intenzioni con cui alcuni registi francesi agli arbori degli anni Sessanta si misero a girare i loro film. E poi è nata quando ho sentito Roberto Rossellini in una vecchia intervista dire che l’esplosione della Nouvelle Vague francese era un fatto più organizzativo che estetico perché in fondo ognuno dei Godard, Truffaut, Rohmer, Chabrol ecc. faceva i suoi film in modo originale. Stavano insieme, ma erano indipendenti l’uno dall’altro, un po’ come i Rolling Stones, non è un caso che proprio Godard abbia girato un documentario su di loro.

Cosa ti “intriga” di più di questo movimento cinematografico?

Il fatto che affermarono la politica degli autori.

Ci spieghi in parole semplici, se possibile, in cosa consiste la “politica degli autori”?

Fu una dichiarazione di indipendenza vera e propria: il regista diventi il vero autore del suo film come il pittore è autore di quadri, lo scultore di statue ecc. Il regista non è una voce nella produzione, è l’autore. Il film è suo, lo fa come vuole lui e la penna con cui lo scrive è la cinepresa. La Nouvelle Vague francese ha affermato e dimostrato che il regista e l’autore sono la stessa cosa, altrimenti il primo è solo un dipendente del produttore.

Come si applica un concetto legato al cinema alla tua produzione editoriale?

Altrettanto semplice, basta incrociare i termini: l’autore diventi regista del suo libro. Ogni maestranza dell’editoria, il grafico, il tipografo, il correttore, il distributore, il promotore ecc.  costituisca la troupe di cui l’autore è regista.  Propongo solamente di ridefinire il ruolo dell’autore dentro una procedura reale di stampa dei libri.

Come consideri l’editoria tradizionale e cosa ne pensi del fenomeno self publishing su piattaforme dedicate?

L’editoria tradizionale ha una storia ricchissima di spunti positivi ed esempi cui attingere. Le piattaforme digitali, invece, hanno un altrettanto ricco patrimonio di know how tecnologico cui ispirarsi per produzioni a basso costo. Insomma, vivere all’ombra dei giganti in gara tra di loro permette di cercare forme editoriali ibride, ingegnose e soprattutto indipendenti nel mio caso a vantaggio dell’originalità dell’autore. Dal punto di vista organizzativo,  sono entrambe realtà industriali. Tradizionalmente gli editori cercano di vendere molte copie di un libro di uno scrittore. Le piattaforme del self publishing invece cercano di vendere una copia di molti scrittori  differenti.

Perché non pubblichi libri con editori tradizionali?

Un contratto editoriale è come un matrimonio, magari non è per sempre, ma all’inizio deve nascere sull’amore reciproco e sulla pari dignità dei contraenti. Non ho fin qui trovato l’anima gemella e la mia Maison Nouvelle Vague non se la passa poi male. Una cosa però voglio dirla: col senno di poi, alla luce delle copie che sono riuscito a vendere in modo indipendente a un anno e mezzo dall’esordio del mio progetto, se un editore tradizionale mi avesse pubblicato, ci avrebbe guadagnato.

Maison Nouvelle Vague è aperta ad altri scrittori?

Non lo escludo a priori, ma uno scrittore che si rispetti è come un cavallo selvaggio, non si presenta da solo alla stalla per farsi imbrigliare. E io al momento non mi sento propriamente un cowboy.

Perché i libri di questa collana hanno solo protagoniste femminili?

Tra pochi giorni uscirà AL LIVELLO DEL MARE, il mio nuovo romanzo, e il protagonista è un giovane uomo. Le sei storie al femminile contenute ne LE PROTAGONISTE e ne IL SOUVENIR sono state un tributo al ciclo di film di Eric Rohmer intitolato Sei Racconti Morali. Poi, a dirla tutta, non so se è un caso che il primo libro extrascolastico che ho comprato da ragazzino fu una copia usata di DONNE di Bukowski  e il primo film che mi tenne incollato alla televisione sempre giovanissimo fu L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE di Truffaut…

Per saperne di più sui libri di Guido Del Monte: www.nouvellevaguelibri.com 

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cinema editoria libri

ultimo aggiornamento: 14-12-2017


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