La riapertura della Cava Medicea sul Monte Costa è sotto esame dal 2015. L’iter è in corso e niente è ancora deciso. La richiesta di autorizzazione verrà accolta o respinta alla luce di quanto dispongono le leggi e le pianificazioni territoriali, vincolandola anche al rispetto di prescrizioni che il Comune e gli Enti sovraordinati indicheranno a salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e dell’interesse pubblico.

L’Amministrazione Comunale ha più volte ribadito questo concetto a partire dall’estate scorsa. Eppure il Comitato spontaneo “Monte Costa” continua a presentare come scontato l’esito della procedura ed a commentare cifre e dati – in particolare quelli riferiti alla durata della concessione e al numero di passaggi di mezzi pesanti nel centro del capoluogo – come realtà assodata e autorizzata. Non è così. I dati oggetto di disquisizione sui giornali sono quelli contenuti nella proposta avanzata dal titolare della cava; pertanto ancora tutti da valutare.

Dispiace che il Comitato insista con questo approccio – drammatizzando i contorni di una prassi che è di tutta ordinarietà per l’ente pubblico – nonostante i chiarimenti offerti dall’Amministrazione Comunale in ben due confronti diretti e pubblici, nonostante l’avvenuto accesso agli atti e nonostante l’incontro chiesto ed ottenuto nei giorni scorsi anche con la Commissione per il paesaggio comunale, composta di soli tecnici. Una disponibilità totale (e per niente scontata) a discutere i termini della questione che pone il Comune e l’Amministrazione Comunale nella posizione di respingere le ingenerose accuse di inerzia e di passività mosse dal Comitato.

Val la pena di ricordare che è stato proprio il Comune di Seravezza a chiedere in fase preliminare che l’iter fosse assoggettato a Valutazione di Impatto Ambientale (valutazione invece non ritenuta necessaria dalla Provincia) e successivamente, a seguito dell’inserimento del Monte Costa nel perimetro delle aree contigue del Parco delle Apuane, ad insistere che fosse acquisita l’autorizzazione paesaggistica. A questo proposito, come sa il Comitato, la Commissione paesaggistica comunale è attualmente al lavoro per formulare un parere da sottoporre alla Sovrintendenza, organismo deputato al rilascio dell’autorizzazione. Si tratta di un momento di notevole approfondimento istruttorio, che potrà far emergere elementi importanti, se non decisivi, ai fini delle valutazioni per il rilascio o meno dell’autorizzazione all’attività estrattiva. Fra i passaggi obbligatori ci sarà anche la verifica della rispondenza del progetto di riattivazione della cava alle finalità di messa in sicurezza previste dal Piano di Assetto Idrogeologico e di rispetto dei vincoli imposti dal medesimo per le aree “a pericolosità geomorfologica molto elevata” (così è classificato il Monte Costa), oltre che al Piano strutturale e al Regolamento urbanistico vigenti nel Comune di Seravezza.

Pochi accenni di natura tecnica solo per evidenziare, a titolo esemplificativo, il grado di accuratezza dell’esame in corso e l’attenzione che Amministrazione ed uffici pongono su aspetti ai quali anche i cittadini giustamente rivolgono il loro interesse. Al termine di questo lungo lavoro di approfondimento avremo gli strumenti per valutare se ricorrono i presupposti per autorizzare la ripresa delle attività di cava e, in caso affermativo, per fissare tutte quelle prescrizioni che garantiscano il minor impatto anche sull’abitato di Seravezza.

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ultimo aggiornamento: 07-02-2018


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