“Viareggio perde un grande Uomo, un grande personaggio, un Signore che si è fatto conoscere e amare per il suo stile e per la sua educazione, per la sua eleganza, per quel suo abbraccio paterno per chiunque e per quella sua capacità di commuoversi e non vergognarsi di saper piangere per le sue emozioni. Un Uomo adottato da Viareggio e che a Viareggio ha dedicato tutto se stesso”. Così Alessandro Santini ricorda Nanni Maglione, suo predecessore alla guida del Carnevale di Viareggio.

“Un Presidente storico per la a Fondazione Carnevale, di cui fu anche Vice Presidente negli anni ‘90.
Ho avuto l’onore di ricevere da lui il suo testimone: la sua Presidenza, la prima di un uomo di centrodestra per la storia del Carnevale di Viareggio, visto con diffidenza ma che ha saputo stupire, ha saputo affascinare, ha saputo farsi amare.
Grazie a lui ho potuto fare, sognare e creare.
Lui, il presidente con il cappotto di cammello ma che ha dato tutto quello che ha potuto per il Carnevale e che con raffinatezza ed abilità è riuscito ad accattivarsi addirittura la benevolenza dei nostri Maestri Carristi.

Elegante e silenzioso, con quel baffo alla Peppone, con quegli occhi vispi, ma con uno stile tutto British che lo rendeva unico. Un ottimo caposquadra, un babbo affettuoso, che da oggi ci mancherà”.

Anche l’ex sindaco di Viareggio, Luca Lunardini ha voluto ricordare il collega e amico Nanni Maglione.

“Ho conosciuto Nanni Maglione negli oramai lontani anni 90’. Lui politico già di lungo corso, io giovane medico che dall’impiego sociale si affacciava alla vita politica. Da allora quante battaglie vissute assieme: dalla sue corse a Sindaco e alla Regione, alle mie campagne per la Provincia prima e a Sindaco poi”.

“Battaglie vissute con la serena fermezza che nasceva da una stima ed amicizia reciproche. Amicizia e stima che andavano rafforzandosi negli anni in un legame che diveniva man mano più stretto. Di Nanni colpiva la arguzia della mente, della parola, dello sguardo. Una arguzia, sempre fine, talvolta anche tagliente ma sempre signorile. Una arguzia sempre filtrata da una profonda capacità di provare sentimenti veri e profonda. Magari oggi non si usa dirlo delle persone ma era un uomo buono. E credo che sia difficile fare un elogio maggiore di questo.

Come Medico ho avuto la sofferenza ma anche il privilegio di poterlo seguire nell’ultimo periodo della sua vita, quello della malattia e del dolore. E semmai avevo apprezzato il Nanni vitale, intelligente, elegante di prima, ancor più ho potuto apprezzare il Nanni coraggioso, dignitoso e forte della malattia. Il Nanni che, circondato da un affetto infinito e costante dei suoi familiari, sapeva far affiorare da quel mare di dolore quel bellissimo sorriso che solo lui sapeva dare.

Forse non è un caso che ci abbia lasciato proprio alla vigilia di un appuntamento elettorale, quale suo ennesimo monito a fare della politica una cosa buona. Come buono era lui”.

 

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