«Niente fiori di buone parole, ma opere di bene per i toscani. La sinistra di governo regionale ha buttato al vento metà legislatura, su questa strada celebreremo il funerale della Toscana»: non la manda a dire il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che così si inserisce nel dibattito apertosi nella maggioranza che regge la giunta toscana tra ipotesi di rimpasto e richieste di «accelerazione» formulate a mezzo stampa dal Capogruppo Pd Leonardo Marras.

«Sanità e liste d’attesa, rifiuti e ambiente, infrastrutture ed economia – ricorda Marchetti – sono tutti temi su cui con forza ci siamo spesi in questi anni sgolandoci nel tentativo di ricondurre la sinistra a un’azione di governo che uscisse dalle logiche del potere e della spartizione delle poltrone, dell’ossequio a un consenso in caduta libera nel nome del ‘chi non fa, non falla’ e via tralasciando. Da Palazzo Sacrati Strozzi gli atti sono arrivati col contagocce. Così, su quei temi, l’ordinaria amministrazione è diventata emergenza».

Se da parte del Pd oggi di resipiscenza si tratta beh: secondo Forza Italia è tardiva. «La sinistra al governo non è più credibile su questi temi. Rincorre le nostre proposte storiche e le copia solo perché oggi si vede colare a picco anche in Toscana come altrove. Ma la responsabilità politica di questa situazione è tutta a marchio Pd prima, e Pd-Mdp-Leu poi dopo la sterzata a sinistra di Rossi».

Con un’aggravante: «Oggi che da Marras arrivano indicazioni-fotocopia rispetto alle nostre di sempre – osserva Marchetti – si dimostra plasticamente che i due anni e mezzo di vuoto pneumatico patiti dalla Toscana sui grandi temi caldi non sono frutto di incapacità o poca pratica o scarsa lungimiranza, ma proprio solo della pervicace volontà di non toccare nulla per non scontentare nessuno. E intanto, così, strade e aziende stanno soffocando sotto ai rifiuti per mancanza di termovalorizzatori, la sanità non risponde più ai nuovi bisogni di assistenza e cura dei cittadini, le imprese chiudono sotto il peso delle burocrazie o fuggono dalla poca competitività del sistema toscano, con infrastrutture appena oltre il livello granducale quando lo sono, e non certo grazie a questo Pd».

E allora, che fare? «Qui c’è da riprendere in mano la Toscana – afferma Marchetti – e da defibrillarla con azioni di governo incisive e coraggiose che certo non vanno nelle fantasiose e filosofiche direzioni via via espresse dalla giunta regionale. A sinistra mancano le convergenze. Per questo, oggi, i pit stop sono inutili e le incipriate di naso non bastano. Serve un cambio di prospettiva, e può arrivare solo cambiando il governo. I toscani ormai dimostrano di saperlo bene, e noi siamo qui per questo».

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ultimo aggiornamento: 09-07-2018


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