Ci sono luoghi che appartengono da sempre al nostro immaginario collettivo come sinonimi o per meglio dire simboli di un determinato stato d’animo o di una particolare condizione d’essere. Ad esempio, se qualcuno vi domandasse qual è la città che incarna il concetto stesso di romanticismo, rispondereste senza alcuna esitazione menzionando la capitale francese. Al tempo stesso, se qualcuno vi chiedesse qual è la città più frenetica, vitale e cosmopolita degli Stati Uniti la risposta unanime sarebbe New York, d’altronde lo diceva, anzi cantava, molto bene Frank Sinatra quando proprio riferendosi alla Grande Mela la definiva “the city that never sleeps”.
Se da una parte queste associazioni ci rassicurano e ci consentono di programmare una vacanza sapendo più o meno cosa andremo a vedere, dall’altra però, rischiamo di cadere nello stereotipo più bieco e banale. Partiremo con delle aspettative – Parigi dovrà “per forza” essere romantica e New York “veramente” non dovrà mai rivelarci un angolino di quiete – che alla fine, potranno anche venire disattese.
Come uscire quindi da questo impasse?
I veri viaggiatori lo sanno bene: quando si viaggia bisogna imparare a guardare il mondo che ci circonda con occhi diversi. E questo non vale solo per le mete più gettonate, esotiche e lontane come le grandi metropoli del mondo, ma anche per i paesini che attraversiamo tutti i giorni in treno o in auto mentre andiamo a lavorare. Un viaggio anzi un’esperienza di viaggio, nasce dalla curiosità. Questa lezione l’hanno capita molto bene i travel blogger di DoveVado che ogni settimana ci permettono di scoprire, o per meglio dire riscoprire città, territori e itinerari imparando a conoscerli da punti di vista nuovi e insoliti, sicuramente mai banali.

 

Place Maubert e i misteri miracolosi della Rive Gauche

DoveVado - Place Maubert

C’è una piazza, anzi più correttamente uno specie di grande slargo tra Boulevard Saint Germain, la rue Monge e la rue Frédéric Sauton nel quinto arrondissement, che i parigini sin dal 1500 ritengono essere miracolosa. Come ci racconta Leyla Lenzi, la leggenda narra infatti che Place Maubert fu teatro di un vero e proprio miracolo. Qui erano infatti soliti giustiziare, tra forche roghi e patiboli, i criminali perché fossero d’esempio alla cittadinanza. Successe invece che nel 1528 un servitore di appena vent’anni venisse accusato ingiustamente di aver ucciso il suo padrone e per questo lasciato penzolare alla forca. Ma quando il boia andò per tirarlo giù il giovane era ancora vivo, le donne accorse in piazza non permisero al carnefice di sgozzarlo gridando “al miracolo”. Il condannato, lungi dall’essere uno stolto, affermò di essere morto sul serio ma, avendo rivolto una preghiera a Notre Dame de la Reconnaissance des Carmes proprio prima di passare a miglior vita, era stato ascoltato ed era resuscitato. Il giovane fu accompagnato per essere curato al vicino convento carmelitano, dove ricevette la visita del re François I in persona che gli concedette la grazia. Questa grazia sembra essersi protratta fino ai giorni nostri perché la stessa Leyla è stata testimone di un terribile incidente proprio in Place Maubert, con tanto di macchina distrutta, un furgoncino con la fiancata da rifare, uno scooter per terra, vetri dappertutto… ma nessun ferito.

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Alla scoperta di Lucca tra arte e misteri

DoveVado - Lucca , panoramica

Certamente tutti noi siamo stati a Lucca, e con tutta probabilità molti di noi la conoscono anche piuttosto bene. Perché quindi programmare una “gita fuori porta” per andare a visitarla? Perché come ci insegna Chiara Guarascio di DoveVado, anche un luogo che pensiamo di conoscere molto bene può regalarci sempre nuove esperienze: “Immagino sia difficile da credere, ma ogni volta riesco a scoprire qualche angolo che non avevo mai esplorato prima: una viuzza seminascosta, un negozio che è rimasto tale e quale a cinquant’anni fa (anche se purtroppo sono sempre meno), un simbolo esoterico incastonato nel muro di un’antica chiesa, un giardino interno…”. Tra le tante tappe lucchesi, non propriamente “canoniche” che ci suggerisce di scoprire c’è anche l’Orto Botanico, non solo per la varietà di piante che conserva, ma perché si dice sia un luogo stregato. Ancora oggi c’è infatti chi giura di aver assistito durante le notti più cupe e tenebrose, alla folle corsa di un carro infuocato lungo le mura, su cui spicca il corpo nudo di una splendida donna. Alla fine del frenetico galoppo il carro si getta proprio nel laghetto dell’Orto botanico. Si dice che questa donna sia Lucida Mansi, libertina nobildonna, che era solita uccidere i propri amanti dopo l’amplesso. La leggenda vuole che per rallentare l’invecchiamento abbia venduto la propria anima al diavolo in persona e che questo, come concordato, sia venuto a reclamarla 30 anni dopo aver stretto lo scellerato patto. Lucida provò in tutti i modi a fermare l’orologio che segnava inesorabile il momento della sua morte, lui però la caricò sul carro che, in fiamme, percorse le mura fino a gettarsi nel laghetto.

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La spiaggia di Albinia, il paradiso dei bambini

DoveVado - Albinia bambini in spiaggia

Fare una vacanza con i bimbi piccoli può essere spesso un’esperienza non proprio rilassante, lo sanno bene Marco Pomella e sua moglie che lo scorso mese hanno deciso di trascorrere un paio di settimane in campeggio insieme ai figli Diego di 5 anni e Flavia di 2. Anche sulla spiaggia, anzi soprattutto sulla spiaggia bisogna sempre avere mille occhi e tenere tutto sotto controllo. Per poterlo fare senza troppo stress o apprensione, la spiaggia di Albinia, in provincia di Grosseto, è la scelta perfetta. Prima di tutto perché, come ci racconta Marco “non è molto estesa e, per quanto in fondo alla spiaggia tu voglia metterti, hai sempre sott’occhio la riva. Così, quando i bimbi si bagnano in mare, riesci sempre ad osservarli. Inoltre il fondale scende molto molto dolcemente, per cui bisogna camminare in acqua per qualche decina di metri prima di poter arrivare dove un bambino non tocca”.

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ultimo aggiornamento: 11-07-2018


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