Misura cautelare contro lo stalker antipsichiatrico. Il Gip del Tribunale di Lucca, dottoressa Antonia Aracri, con ordinanza datata 7 Luglio 2018, ha applicato la misura cautelare nei confronti di uno stalker residente nel comune di Viareggio.

Il giovane era salito alla ribalta della cronaca il 22 novembre del 2012 per il ferimento al volto dello psichiatra Mirko Martinucci. Nel corso di un convegno aveva aggredito il medico, procurandogli la frattura delle ossa nasali e una ferita da taglio, che aveva richiesto numerosi punti di sutura.

L’ordinanza del gip, in venti pagine, ripercorre tutta l’attività antipsichiatrica dello stalker, che coinvolge altre persone fragili per una guerra a oltranza contro le cure psichiatriche. Il Giudice Aracari svela come nascono le false accuse: racconta, ad esempio l’episodio, di quando lo stalker riesce a farsi conseganre la password da un paziante ricoverato in Psichiatria, dopo un tentativo di suicidio, e poi lancia false accuse , nascondendosi dietro l’identità dell’altro paziente.  Nonostante l’ammonimento dell’allora Questore di Lucca, dottor Vincenzo Ciarambino, datato 11 Febbraio 2016, a non avvicinarsi agli psichiatri soggetti passivi del suo stalking, la sua attività non ha avuto requie. Anzi c’è stato un crescendo di accuse , a volte  sconclusionate. Così nel gennaio il professor Mario Di Fiorino, primario del reparto di Psichiatria dell’ospedale “Versilia”, lo aveva denunciato di nuovo. Forse da questo aveva preso nuovo impulso l’indagine del GIP. Due i fatti inquietanti cche sono risultati dall’indagine della Polizia Giudiziaria: l’assunzione nel 2017 di ecstasy (che gli provoca rabdomiolisi con un ricovero in Nefrologia) e gli arresti domiciliari per tentava violenza sessuale ad una tredicenne. Il Gip Aracri definisce lo stalker un provocatore che, contro ogni evidenza, vuol far prevalere la sua linea di pensiero e di accuse. Accolte le richieste del pubblico ministero dottor Antonio Mariotti, il gip ha quindi stabilito che lo stalker mantenga una distanza minima di 100 metri dal reparto di Psichiatria del “Versilia” e la comunicazione, con qualsiasi mezzo, con le persone offese, avvisandolo che, in caso di trasgressione alle prescrizioni imposte con l’ordinanza, potrà essere sottoposto a misura cautelare ben più grave come la custodia cautelare in carcere.

 

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