Inagibile la primaria “Ermenegildo Frediani” di Seravezza. Il provvedimento ufficiale a firma del sindaco Riccardo Tarabella arriverà lunedì mattina, basato sulle risultanze delle verifiche tecniche condotte nelle scorse settimane. Il fabbricato, esaminato nel quadro degli studi sulla vulnerabilità sismica degli edifici strategici e rilevanti, non soddisfa infatti i parametri di legge relativi ai carichi verticali, elemento che – in caso di eventi di particolare intensità – potrebbe rendere la scuola non sicura. La relazione stilata dal tecnico incaricato delle verifiche, ingegner Michele Silicani, impone quindi l’interdizione temporanea del fabbricato, per la messa a norma del quale il Comune ha già avanzato alla Regione Toscana richiesta di finanziamento per circa 2,4 milioni di euro. In attesa dell’esito della domanda, l’Amministrazione Comunale si è attivata per cercare una sede alternativa e transitoria in cui a settembre far riprendere l’attività didattica. Si lavora all’ipotesi dei moduli prefabbricati, da installare in un luogo adatto allo scopo a Seravezza, o all’impiego di un fabbricato – sicuro e a norma – sempre nel capoluogo. Tecnicamente fattibile, in ultima analisi, il trasferimento della “Frediani” a Ripa nel plesso che già ospita la “Italo Calvino”, soluzione quest’ultima non gradita alle famiglie.

Il tema è stato affrontato ieri sera nell’incontro promosso dall’Amministrazione Comunale con i genitori dei piccoli iscritti alla “Frediani”, tenutosi nella sala consiliare del Municipio. Un incontro molto partecipato, franco, aperto, nel quale il sindaco e gli amministratori, così come le famiglie, hanno potuto mettere sul tavolo i dettagli della questione e le possibili soluzioni. Il sindaco ha dettagliato l’iter degli studi di vulnerabilità sismica in corso sui principali edifici pubblici seravezzini e spiegato che – delle quattro relazioni ricevute fino ad oggi – soltanto quella riguardante la “Frediani” impone l’interdizione del fabbricato. Gli altri responsi tecnici – relativi alla media “Enrico Pea” di Marzocchino, alla scuola d’infanzia “Bruno Munari” di Querceta e alla primaria “Italo Calvino” di Ripa –, pur evidenziando alcune carenze dei fabbricati, consentono di proseguire l’attività didattica. Anche per i lavori di adeguamento di queste tre scuole il Comune ha avanzato alla Regione Toscana domanda di finanziamento (per ulteriori 1,7 milioni di euro).

«Stiamo aspettando i risultati degli altri studi, riguardanti le restanti scuole comunali, il Municipio, Palazzo Mediceo e il Palazzo Civico di Querceta», ha detto il sindaco. «È necessario e importante disporre di un quadro complessivo della situazione. Nel frattempo mettiamo in campo alcune ipotesi relative alla “Frediani”. Ho chiesto per prima cosa agli uffici tecnici del Comune di prendere in rassegna tutti gli edifici pubblici del capoluogo e di indicarci quelli eventualmente disponibili e sicuri ad accogliere un’attività di carattere scolastico. L’elenco dei nove edifici presi in esame dà purtroppo esito negativo. Ci siamo quindi orientati sull’acquisizione di moduli prefabbricati nell’ipotesi di “ricostruire” temporaneamente la scuola su un terreno adatto, sempre nel capoluogo. Attendiamo la risposta dell’Istituto delle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore al quale abbiamo chiesto la disponibilità di un’area all’interno della proprietà di Villa Henraux. Tra qualche giorno conosceremo anche costi, modalità e tempi per l’acquisizione dei moduli. Siamo naturalmente aperti ad ogni suggerimento e ad ogni ipotesi alternativa, che analizzeremo alla luce di una discriminante fondamentale, quella della sicurezza e della piena rispondenza delle soluzioni proposte alle disposizioni di legge».

Le famiglie, in maniera compatta, si sono dette disponibili a discutere unicamente soluzioni che prevedano il mantenimento della “Frediani” nel capoluogo, temendo, in caso di accorpamento con altro plesso, la perdita definitiva della scuola. Sulle stesse posizioni i portavoce dei commercianti, preoccupati per i possibili effetti della chiusura della scuola sull’economia del centro cittadino.

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