Nel 2017, in un anno, i controlli erano già quadruplicati e le ispezioni proseguono con lo stesso trend. Stamani, come già era stato ieri l’altro a Lucca, al Palazzo Ducale di Massa, la Regione ha fatto il punto assieme ad Asl, Arpat, Procure e forze dell’ordine sul piano straordinario che riguarda le cave di marmo apuo-versiliesi lanciato nel 2016 e che prevede appunto più sopralluoghi ma anche corsi di formazione e linee guida a disposizione degli imprenditori, per aiutarli ad elaborare i propri piani. Rigore nell’applicazione delle norme ma anche dialogo. E l’obiettivo, come ribadisce il presidente Rossi, non è certo ostacolare lo sviluppo dell’attività di estrazione ma per avere cave più sicure per chi vi lavora e più rispettose dell’ambiente e del paesaggio. E magari, auspica, favorire la ridistribuzione della ricchezza prodotta e chi lavora le pietre sul posto. “Un’azione di squadra – spiega – che ha funzionato e che consente oggi di guardare al futuro con qualche speranza in più”. Certo c’è ancora da lavorare. “Sul fronte soprattutto della sicurezza e per far crescere la consapevolezza dei lavoratori” sottolinea il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro. “Ma i risultati – aggiunge subito dopo – sono già notevoli”. Per questo la Regione vorrebbe rendere st abile la collaborazione e le azioni messe in campo due anni fa. Il piano straordinario approvato a maggio 2016 si sarebbe dovuto concludere nel 2018. Ma già l’anno scorso, a dicembre, la giunta aveva deciso una proroga fino al 2020: 2 milioni e mezzo lo stanziamento iniziale, 750 mila le risorse aggiunte. In tutto dunque tre milioni e 250 mila euro. Sono serviti per assumere nuovo personale: tecnici, geologi e ingegneri. Mezzo milione è stato utilizzato per acquistare 17 fuoristrada, indispensabili per l’accesso in cava e altri i mezzi. A Massa oggi con il presidente della Toscana Enrico Rossi c’erano i tecnici di Regione, Asl e Arpat. C’era il procuratore Aldo Giubilaro, rappresentanti dei carabinieri forestali della Direzione Marittima, assessori delle amministrazioni comunali di Massa e Carrara ed anche, in via straordinaria, le parti sociali, per dare voce a lavoratori e imprenditori con cui l’incontro è stata un’occasione di confronto. Non sono mancati suggerimenti. Si è parlato molto di marmettola, rifiuti e residui delle lavorazioni. “Gli imprenditori hanno bisogno di soluzioni” è stato invocato dalla sala. “Ne parleremo già settembre” ha risposto Rossi, convinto della possibilità di dar vita ad un’economia circolare, magari imponendo un vincolo sul riutilizzo di questi materiali. Si è parlato di turismo ed estrazione del marmo dalla cave, due scelte di sviluppo economico conciliabili per il presidente Rossi e non solo p er lui. Alla fine tutti sono stati soddisfatti degli obiettivi finora raggiunti con il protocollo. Il bilancio di sei mesi L’Arpat, l’azienda regionale per la protezione ambientale, di sopralluoghi nei primi sei mesi del 2018 ne ha fatti 60: 49 hanno riguardato le cave (ne sono state controllate 34 su sessantacinque) e 11 impianti esterni. Quindici sono state le verifiche per controllare se le prescrizioni fatte nel 2017 fossero state ottemperate. Gli esiti complessivi sono stati 24 comunicazioni di reato ed altrettante sanzioni amministrative: dodici riguardano la gestione delle acque, altre dieci lo smaltimento dei rifiuti. Arpat in questi primi mesi del 2018 ha approvato anche le linee guida per la classificazione e gestione dei materiali di cava, con una definizione certa e chiara a controllori e controllati su prodotti e sottoprodotti. Entro giugno, per quanto attiene il rischio idraulico e idrogeologico, i tecnici della Regione hanno completato il progetto di approfondimento sui bacini del Carrione e Frigido e sono stati eseguiti dodici sopralluoghi nei siti estrattivi. Gli uffici hanno completato anche la mappa del reticolo idrografico originario: strumento importante per capire cosa è cambiato e se ci sono state responsabilità, ma anche per aiutarne il ripristino. Grazie ai satelliti, è proseguito il monitoraggio della stabilità dei versanti: un sistema tenuto a battesimo l’anno scorso, con report ogni dodici giorni in grado di registrare scostamenti anche di pochi centimetri. I carabinieri forestali hanno partecipato a undici sopralluoghi su nuovi siti estrattivi e realizzato 138 controlli su strada sui mezzi pesanti che trasportano marmo, ben oltre i cento che erano stati programmati per tutto l’anno. Altri quaranta sopralluoghi, su sessanta previsti in tutto l’anno, sono stati effettuati dalle capitanerie di porto e guardia costiera di Marina di Carrara e Viareggio, coinvolti nel progetto perché la ‘marmettola’, ovvero il fango di risulta che si origina dall’estrazione e segagione della pietra e che finisce nei torrenti innalzandone anche il livelo, poi arriva anche in mare. La marmettola si trasforma in una sorta di cemento e Confindustria sta studiando la possibilità di riciclarla, almeno in parte: una strada a cui guarda con interesse anche la Regione. I numeri del 2017 L’Arpat, l’azienda regionale per la protezione ambientale, di sopralluoghi sempre nel 2017 ne ha fatti 161, con accessi in 65 diverse cave. Ne sono scaturite 42 comunicazioni di notizie di reato ed altrettante sanzioni amministrative, 20 prescrizioni, 9 lettere agli enti per provvedimenti di competenza e un sequestro di un capannone dove il gestore trattava e smaltiva i rifiuti prodotti dalla cava senza autorizzazione. Sempre l’anno scorso ci sono stati anche 19 sopralluoghi per quanto attiene il rischio idraulico e idrogeologico, da parte dei tecnici della Regione. E sempre la Regione, con i suoi ingegneri e architetti, ha controllato i progetti di 18 cave del distretto apuo-versiliese (e tre fuori distretto) per valutarne la compatibilità da un punto di vista paesaggistico. Trecentodiciotto sono stati i controlli che hanno coinvolto i carabinieri forestali: diciotto in cava, dodici a Lucca e sei a Massa Carrara, e trecento sui mezzi pesanti che trasportano marmo, grazie a sessantacinque posti di controllo e duecento militari complessivamente impegnati. Altri quaranta sopralluoghi, su sessanta previsti in tutto l’anno, sono stati effettuati dalle capitanerie di porto e guardia costiera di Marina di Carrara e Viareggio.
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