La Polizia di Stato, con un’azione sinergica di due uffici operativi della Questura di Livorno, l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e la Squadra Mobile, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, ha risolto brillantemente, nel volgere di poche ore, il sanguinoso crimine consumatosi nella mattinata del giorno 11.08.2018 in Viale Avvalorati, presso la sala giochi “Admiral”, allorquando l’indagato si rendeva autore dei reati di rapina pluriaggravata a mano armata, lesioni persone pluriaggravate e ricettazione. Infatti, il predetto, D.M., cittadino tunisino ventiduenne, pluripregiudicato, senza fissa dimora sul territorio nazionale, agendo a volto travisato, al fine di procurarsi l’incasso contenuto nella cassaforte del succitato esercizio pubblico, durante l’orario del cambio turno quando viene aperta la suddetta cassaforte, aggrediva con un grosso pugnale la dipendente, provocandole lesioni varie e, in particolare, una profonda ferita da taglio alla coscia sinistra, giudicata guaribile in 10 gg. s.c.. L’azione criminale non andava a buon fine per quanto concerne l’impossessamento del contenuto della cassaforte, in quanto la vittima ed una sua collega riuscivano ad opporre resistenza, significando, tuttavia, che il reo riusciva ad asportare la borsa personale della vittima contenente effetti personali, tra cui, un cellulare, prima di darsi alla fuga appiedato, dopo aver cercato di riutilizzare lo scooter Honda SH con cui era giunto nei pressi del locale da rapinare, risultato, poi, provento di furto e, in seguito, restituito all’avente diritto.

Nel dettaglio, il giorno 11.08.2018, alle ore 06:05, personale della Squadra Volante interveniva nel Viale Avvalorati presso la sala slot Admiral, su richiesta di una dipendente, per segnalazione di rapina.

Sul posto, veniva identificata la richiedente che, evidenziando una ferita all’altezza della coscia sinistra, riferiva che alcuni minuti prima, mentre si trovava in compagnia di una collega di lavoro, accedeva all’interno della predetta sala giochi un cittadino di sesso maschile, avente carnato chiaro, età apparente 20 anni circa, corporatura snella, indossante un casco da scooter ed una busta semi trasparente di nylon (oggetti utilizzati per celarsi il volto), jeans ed una maglietta a maniche corte. Tale soggetto in pochi attimi, avvicinandosi ad una dipendente del locale pubblico, le intimava di stare in silenzio, facendo un cenno con il dito indice verso il proprio volto, quindi raggiungeva immediatamente la zona bar dove in quel momento si trovava la richiedente. Quest’ultima, percependo quanto stava accadendo, tentava di impedire all’uomo di accedere ai locali ove si trova custodita una cassaforte, frapponendosi tra i locali dov’è collocata quest’ultima ed il rapinatore.

Quest’ultimo però, per vincere la resistenza della dipendente, non esitava a sfilare la mano dalla tasca da dove estraeva un coltello tipo pugnale, richiudibile, di colore nero, in acciaio, di circa 20,5 cm., iniziando a brandirlo nei confronti delle due donne le quali, però, continuavano ad opporsi alla violenza dell’uomo per impedire che lo stesso portasse a termine il proprio atto delittuoso. L’autore dell’insano gesto, tuttavia, non cessava la propria azione, ma iniziava a sferrare fendenti di coltello in direzione delle due donne, al fine di impossessarsi dell’incasso del turno notturno della sala giochi. Il reo riusciva a colpire la richiedente nella parte posteriore della coscia sinistra, procurandole ferite varie, tra cui una ferita da taglio, in seguito risultata guaribile in giorni 10 s.c., con diagnosi “aggressione con coltello coscia sinistra: ferita profonda suturata. Ferita anca e coscia”.

Approfittando che la donna colpita cadeva a terra soccorsa anche dalla collega, l’autore dei fatti riusciva ad impossessarsi di due borse, di proprietà della vittima, quindi si dirigeva verso l’ingresso al fine di guadagnarsi la fuga verso Viale degli Avvalorati, ove lo stesso aveva posto in sosta un motoveicolo Honda modello SH di colore grigio, in seguito risultato provento di furto. Tale azione, tuttavia, non andava a buon fine in quanto, mentre il responsabile del reato tentava di mettere in moto il prefato veicolo, le due donne, ripresesi dall’aggressione, si ponevano al suo inseguimento e, raggiungendolo, riuscivano a strappargli di mano una delle due borse, costringendolo ad abbandonare il coltello utilizzato per effettuare la rapina ed il veicolo che stava tentando di mettere in moto, facendo sì che l’uomo si allontanasse velocemente a piedi in direzione dell’adiacente Piazza della Repubblica.

Si rappresenta che, sul luogo ove l’autore dei fatti descritti aveva commesso il fatto-reato ed aveva abbandonato il veicolo, venivano rinvenuti e sequestrati un paio di scarpe di colore mimetico, il coltello utilizzato per porre in essere la rapina, un casco tipo jet, una busta in nylon di colore trasparente ed una busta con logo “Risparmio Casa”, contenente un paio di scarpe da ginnastica.

Personale dipendente, effettuando un controllo accurato dei luoghi ove erano avvenuti i fatti, procedeva a far intervenire in loco personale medico del 118, al fine di soccorrere la richiedente.

Giova rappresentare che, grazie alla capillare conoscenza dei soggetti criminali gravitanti in questo circondario ed alla capillare attività di controllo del territorio, frutto dell’incessante lavoro di pattugliamento svolto da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, sulla base di complesse indagini di polizia giudiziaria, personale della Squadra Volante intervenuto sul posto riusciva ad individuare l’identità e la localizzazione dell’autore del cruento fatto-reato, un cittadino di origini magrebine avente la particolarità di occhi molto chiari. Pertanto, agendo in piena sinergia operativa con personale in abiti civili della Squadra Mobile, i predetti poliziotti, coordinati dal Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, facevano irruzione all’interno della ex caserma di via del Pantalone ove rintracciavano, in stato di aggressività e di alterazione psico-fisica dovuta alla precedente, possibile assunzione di sostanza stupefacente, il pericoloso rapinatore, rimpiattato all’interno di un anfratto ottenuto dalla rimozione di un pannello in cartongesso sul soffitto dei bagni che aveva preliminarmente chiuso a chiave. La perquisizione personale eseguita, nell’immediatezza, a suo carico permetteva di rinvenire e sequestrare un ulteriore pugnale oltre a quello utilizzato ai fini della rapina, già sequestrato dagli agenti operanti.

Alla luce di quanto suesposto, a carico del sunnominato soggetto, valutata la gravità indiziaria, la pericolosità sociale del prefato e l’evidente pericolo che lo stesso si potesse facilmente sottrarre alla giustizia, veniva eseguito un provvedimento di fermo in quanto gravemente indiziato di delitto e, conseguentemente, sulla base delle disposizioni impartite dal Pubblico Ministero di Turno, Sostituto Procuratore della Repubblica, il predetto veniva tradotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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ultimo aggiornamento: 12-08-2018


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