In relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa di questi giorni, con particolare riferimento agli effetti dell’incendio di materiale torboso nel territorio comunale di Massarosa Arpat ritiene necessario fornire alcune doverose precisazioni.

1) In merito alle legittime preoccupazioni dei cittadini e dei comitati, indipendentemente dalla possibilità o meno di effettuare, nel caso specifico dell’incendio di torba, analisi dell’aria o di altre matrici interessate (suolo, vegetali, ecc.) – ricordando che questo fenomeno non è nuovo nella zona , essendo intervenuta questa Agenzia già in ripetute occasioni sin dal 2010 – ARPAT può già fornire alcuni elementi utili sulla base anche di precedenti interventi per eventi analoghi.

Ci riferiamo, in particolare, all’incendio di torba verificatosi nell’autunno del 2011 nel territorio di Castelfranco di Sotto (Strada Bientinese) – a questo link tutte le notizie sull’evento -, in occasione del quale, dato il perdurare del fenomeno, ARPAT ha condotto un’approfondita indagine analitica sulle diverse matrici ambientali interessate. Per quanto riguarda l’aria, l’attenzione si era concentrata sulle famiglie di sostanze più pericolose per la salute umana, quali IPA, PCB e diossine e il campionamento era stato effettuato in prossimità dell’area di rilascio, e non nelle zone esterne interessate dall’odore, per disporre di un campione più concentrato.

Nonostante l’obiettiva situazione di disagio prolungato segnalato dagli abitanti della zona, i valori riscontrati erano di diversi ordini di grandezza inferiori rispetto ai valori limite previsti dalla normativa ed in linea con i valori di fondo in area urbana reperibili in letteratura. Valori altrettanto tranquillizzanti risultavano dalle analisi di campioni di vegetali e di terreni prelevati in corrispondenza dei punti di ricaduta dei fumi generati dall’incendio.

I valori acquisiti da una centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria in zona di ricaduta non evidenziarono, per quanto riguarda ossidi di azoto, biossido di zolfo, ozono e monossido di carbonio, valori elevati né superamenti dei valori limite. Per quanto riguarda il PM10, i valori delle medie giornaliere risultarono essere di un 20% circa superiori a quelli abitualmente rilevati nelle zone circostanti da parte di centraline fisse.

L’effettuazione di campionamenti dell’aria si basa sull’utilizzo di campionatori ad alto volume e su centraline mobili per la qualità dell’aria e richiede tempi tecnici di predisposizione delle attrezzature e delle linee di prelievo certamente non compatibili con la gestione di eventi di durata limitata. In occasione dell’incendio del bientinese l’indagine fu possibile in considerazione del perdurare dell’evento.

2) Al fine di prevenire fenomeni di questo tipo, è necessario evitare, nelle aree caratterizzate da presenza di torba, l’accensione di fuochi che possano costituire fonti di innesco. Il completo allagamento delle aree interessate è la migliore soluzione per consentire lo spegnimento dei terreni, in quanto consente di determinare l’assenza dell’ossigeno necessario all’incendio per alimentarsi e propagarsi.

Da una verifica effettuata nella mattina del 17 settembre si è potuto rilevare che l’incendio risulta spento anche se è presente ancora qualche pennacchio di fumo che fuoriesce dal terreno. Non sono stati avvertiti odori. È necessario che gli enti competenti vigilino attentamente e costantemente sulla situazione in atto per evitare un nuovo incendio, attuando eventualmente un allagamento più efficace della zona interessata.

3) In merito alla notizia del ritrovamento di materiale plastico e di altro genere in un’area agricola dove veniva effettuato spandimento di ammendante prodotto dall’impianto della Morina di Sea Risorse, si precisa che l’incendio non ha interessato i campi in questione, che si trovano in una zona distinta.

4) In merito alla questione più generale delle maleodoranze, ARPAT ribadisce il contenuto della nota inviata il 9 luglio scorso ai comuni interessati e ripresa da un precedente comunicato stampa. In particolare per le maleodoranze che si verificano in orario notturno e alle prime ore del mattino, si ribadisce che l’Agenzia assicura su tutto il territorio regionale un servizio di pronta disponibilità, con personale tecnico h 24 per 365 giorni l’anno, per interventi di emergenza ambientale. Si ricorda, comunque, che ARPAT non è ente di primo soccorso ma interviene con il proprio supporto tecnico a favore degli Enti preposti, per le attività di intervento che rientrano nella propria sfera di competenza.

Ormai dal 2014, gli Enti (Polizia Municipale o altre forze operanti sul territorio) che ritengano necessario l’intervento di ARPAT in pronta disponibilità, dopo una preliminare verifica della sussistenza della situazione in atto, possono telefonare alla sala operativa della Protezione Civile della Città Metropolitana di Firenze (che supporta ARPAT, a livello regionale, per la gestione delle emergenze). La sala operativa procede quindi ad attivare gli operatori ARPAT, durante l’orario di servizio delle strutture o in regime di reperibilità, in orario notturno o festivo.

Nel corso del 2018 non risulta che siano mai stati attivati dai comuni interessati gli operatori ARPAT reperibili per questioni riguardanti le maleodoranze.

Risultano, ad oggi, 55 esposti di cittadini sulle maleodoranze in Versilia, di cui 18 inerenti il recente incendio di torba. Da un’analisi dell’orario delle segnalazioni, ad esclusione delle più recenti riferibili all’incendio, risulta:

N. esposti

Orario percezione maleodoranze: generico

6

Orario percezione maleodoranze: serale-notturno (h 24-6)

19

Orario percezione maleodoranze: mattina (h 8-9)

8

Orario percezione maleodoranze: (h 17-18)

4

Totale

37

Questi dati confermano la necessità, più volte segnalata da questa Agenzia, di una gestione tempestiva di questa tipologia di segnalazioni da parte delle polizie municipali o di altre forze operanti sul territorio, che possono richiedere l’intervento degli operatori ARPAT reperibili per l’accertamento dell’origine dei cattivi odori nell’immediatezza dell’evento.

Il Dipartimento ARPAT di Lucca e il Settore Versilia Massaciuccoli stanno, comunque, continuando a svolgere azioni di controllo sulle potenziali fonti odorigene del territorio, compatibilmente con le risorse di personale disponibile per le attività di controllo, che è attualmente di 10 unità di personale per tutto il territorio provinciale e su tutte le matrici ambientali.

Le principali attività attinenti alla problematica dei cattivi odori svolte nel corso del periodo estivo riguardano impianti di trattamento rifiuti, attività industriali e il controllo periodico degli impianti di depurazione.

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cattivi odori incendio massarosa torba viareggio

ultimo aggiornamento: 18-09-2018


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