Tredici anni di carcere.

Avvocati Riccardo Carloni e Massimo Landi

La sentenza per Nicola Guidotti, che nei tre gradi di giudizio è stato difeso dagli avvocati del Foro di Lucca Riccardo Carloni e Massimo Landi, è diventata definitiva, con la pronuncia, giorni addietro, della Corte di Cassazione. La pena era stata ridotta in Appello, rispetto ai 15 e 4 mesi in primo grado al tribunale Lucca in rito abbreviato. Guidotti si trova attualmente nel carcere di Volterra.

La vicenda, tutta viareggina, è nota alle cronache.

Quatto colpi di pistola, a sangue freddo, e Mario Guidotti, 51 anni, mori sul colpo. A fare fuoco, con un revolver regolarmente detenuto, fu il fratello Nicola, titolare 59enne del Mezzo Marinaio, il noto ristorante a fianco del Palazzetto dello Sport sulla via Salvadori, a un passo dal “vialone”. Sirene spiegate e lampeggianti accesi, oltre a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani e Capitaneria di Porto, sul posto confluirono i mezzi del 118 con il personale sanitario che aveva tentato il tutto per tutto per cercare di salvare la vita dell’uomo accasciatosi sull’aslfalto in una pozza di sangue. Ma tutto fu inutile. I proiettili avevano colpito a morte nel torace e alla testa la vittima, freddata sul colpo. Un litigio al telefono poco prima, per motivi di lavoro, sarebbe stato la scintilla che ha portato alla mattanza.

3Mario era in Passeggiata davanti a Mondo Disco, e chi lo aveva visto, una mezz’ora prima degli spari, raccontò di averlo sentito gridare al cellulare: “Mi raccomando prendi bene la mira”. Arrivato al ristorante, la discussione proseguì nel locale con il fratello Nicola che gli aveva sparato con la pistola – un revolver regolarmente detenuto nel ristorante, per difendersi dai ladri, che negli anni avevano preso di mira più volte il locale –  mentre cercava di fuggire in sella ad una Vespa 50 rossa. Uno, due, tre, quattro colpi, sparati uno dopo l’altro, quando il corpo di Mario era ormai a terra. Come in un raptus, di follia estrema. Nicola Guidotti, che dopo aver sparato in mezzo alla strada affollata di auto e persone in bicicletta che intorno alle 18.30 tornavano a casa dalla vicina spiaggia, era stato preso, ammanettato, caricato su una volante della Polizia e portato via. A dare l’allarme era stato un agente della Stradale, libero dal servizio, che era in zona e si era fermato appena uditi i colpi da arma da fuoco, chiamando immediatamente il 113. L’arrestato, alla presenza dei difensori di fiducia, era stato poi ascoltato negli uffici del Commissariato dal Pubblico Ministero Antonio Mariotti, arrivato da Lucca.  “Ho sparato a mio fratello”. E’ quanto aveva confessato prima di essere trasferito in cella al carcere di Lucca. E prima di uccidere il fratello avrebbe detto ai dipendenti: del ristorante “Ora camminate da soli”. Una frase, questa, “sibillina”, anche se fu escluso che si riferisse all’intenzione di lasciare definitivamente l’attività, visti i continui litigi tra i due. Accusato di omicidio volontario aggravato, Nicola era poi stato sottoposto a varie perizie: capace di intendere e di volere, per l’accusa, capacità scemata per la difesa.

 

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