Si chiama Tommaso Stefanelli, ha 21 anni, è di Lucca ed è il fresco vincitore del concorso lanciato da Canon Europe per valorizzare giovani aspiranti fotoreporter. Il concorso ha visto la partecipazione di migliaia di fotografi provenienti da ogni parte d’Europa, ma sono stati solo 200 i lavori selezionati. Il giovane fotografo di origini lucchesi, figlio d’arte potremmo dire visto che suo padre è il direttore artistico di Photolux Festival, la fotografia l’ha respirata in casa fin da piccolo e ora, con il concorso di Canon, è tra i fotografi migliori d’Europa. Ha vinto con un reportage dedicato al mondo del softair e grazie a questo risultato Stefanelli ha avuto l’opportunità di partecipare al festival internazionale di fotogiornalismo “Visa pour l’image” di Perpignan, in Francia.

«È stata una bella sorpresa – ha detto il ragazzo -. Un po’ ci speravo, ma quando è arrivata la mail di conferma è stata una grande emozione. Ho avuto l’opportunità di partecipare a uno dei festival più importanti al mondo dedicati al fotogiornalismo. Ho conosciuto molti fotografi noti e tanti altri ragazzi che come me sognano di trasformare la passione in un lavoro. Inoltre, ho avuto l’opportunità di scoprire da vicino come funziona questo mondo e anche quello dell’editoria che gli sta alle spalle. È stata un’esperienza unica».

Il giovane fotografo lucchese ha vinto con un reportage molto particolare dedicato al softair, cioè un gioco in cui vengono simulate azioni di guerra. Un lavoro durato ben tre anni. «È un mondo che le persone bollano in maniera superficiale come ‘ragazzini che giocano a fare la guerra’. Io invece ho voluto approfondire questo tema e conoscere le persone che lo praticano. Per molti, è diventato più di un gioco: è quasi uno stile di vita. È stato questo l’aspetto che mi ha colpito maggiormente».

Per questo reportage, Stefanelli si è avvalso di due macchine fotografiche, una mirrorless e una reflex: «ogni domenica seguivo le gare, che possono durare da poche ore fino a giorni interi. È stato un lavoro molto complesso – spiega -. Per il concorso ci è stato richiesto di inviare 12 immagini ma il materiale che ho realizzato è molto più ampio».

Secondo il giovane reporter, comunque, non è tanto la macchina che fa la qualità della foto quanto l’idea che c’è alle sue spalle. «Al giorno d’oggi vengono prodotte macchine talmente buone che è diventato molto facile fare delle belle foto. Quello che inizia veramente a contare è l’idea che sta alla base di uno scatto».

È proprio per questo motivo che Stefanelli ha scelto un percorso di studi singolare, ovvero Antropologia. «La passione per la fotografia ce l’ho sempre avuta, l’ho sempre respirata anche in casa, ma ho scelto di investire su un percorso di studi che mi permettesse di avvicinarmi a realtà diverse da quelle a cui sono abituato e di farlo in maniera consapevole. È un modo anche per espandere i miei orizzonti mentali».

Ma quali sono i prossimi progetti di Stefanelli? Di certo porterò avanti di pari passo lo studio e la fotografia. «Una volta laureato mi piacerebbe proseguire facendo una scuola di specializzazione, magari in Danimarca dove c’è una scuola molto rinomata. È un buon modo per farsi conoscere. Inoltre vorrei proseguire il mio progetto dedicato al softair ma, nell’ottica di crescere e migliorare sempre, cercherò anche di realizzare nuovi progetti su altri temi. Di festival in Europa poi ce ne sono molti e sicuramente parteciperò anche ad altri concorsi».   

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