Da oggi, grazie a un pool di professionisti sanitari esperti dell’ospedale Apuane, è possibile sottoporre i pazienti affetti da neoplasia confinata alla ghiandola prostatica a una nuova procedura (la prima eseguita in Toscana e la seconda in Italia) eseguita con un intervento di radiologia interventistica, in alternativa a un intervento chirurgico; un’alternativa fondamentale nei casi in cui i pazienti non abbiano la possibilità di poter essere operati con il metodo chirurgico tradizionale.
Una nuova frontiera, che da oggi sarà possibile anche a Massa, grazie all’equipe della radiologia interventistica diretta dal dottor Alessio Auci con la supervisione del pioniere del settore, il dottor Tito Torri, direttore del dipartimento di Radiodiagnostica dell’Azienda USL Toscana nord ovest, e la collaborazione del dottor Vittorio Vocaturo, direttore della urologia di Massa. Alla seduta operatoria odierna è stato inoltre presente il dott. Paolo Costa, medico radioterapista spagnolo ed esperto in questo tipo di procedura.
SpaceOAR è un’opzione per gli uomini sottoposti a radioterapia per il cancro alla prostata. Agisce come un distanziatore, una sorta di gel, come ha avuto modo di definirlo il dottor Tito Torri, che fornisce spazio tra il retto e la prostata, rendendo molto meno probabile che il retto sia esposto alle radiazioni. Viene iniettato in posizione prima dell’inizio del trattamento con radiazioni. L’idrogel SpaceOAR è minimamente invasivo, rimane stabile durante la radioterapia e poi viene gradualmente assorbito dall’organismo dopo che la radioterapia è stata completata.
Stamani – spiega il dr Angiolo Tagliagambe, direttore della radioterapia dell’ambito di Massa e Carrara – ad alcuni pazienti urologici affetti da neoplasia organo confinata, che dovranno essere successivamente sottoposti ad alte dosi di radioterapia, è stato posizionato il nuovo dispositivo riassorbibile nello spazio tra retto e prostata (bioprotect), al fine di allontanare la mucosa rettale dal volume prostatico.
Questa procedura permette di erogare elevate dosi di radioterapia (radiochirurgia), offrendo una maggior sicurezza per le eventuali tossicità rettali sia acute che tardive. Sappiamo che la dose di radioterapia sulla malattia prostatica e’ un elemento importante nel garantire un controllo locale a lungo termine – aggiunge il dottor Tagliagambe.
Con la radiochirurgia si ha inoltre il vantaggio di poter meglio conservare la ghiandola prostatica con minor effetti collaterali sull’incontinenza urinaria e l’impotenza sessuale.
Da anni, la radiologia interventistica collabora con la radioterapia del Civico Ospedale di Carrara – conclude Tagliagambe – nell’attuare procedure che consentano di migliorare le performance terapeutiche in vari settori tra cui anche l’oncologia urologica. Il salto qualitativo che questa metodica porterà nella cura delle neoplasie prostatiche e’ la messa a punto di una metodica “meno operatore dipendente” che consente di ottenere dei risultati facilmente riproducibili e standardizzati.

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carcinoma alla prostata noa

ultimo aggiornamento: 16-10-2018


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