Il primo dei sei Piani dei Bacini Estrattivi del Comune di Seravezza, quello riguardante il versante est del Monte Altissimo e le cave delle Cervaiole, approda domani (venerdì 23 novembre) in Consiglio Comunale per l’adozione. L’atto finalizzerà il lungo iter di studio e di elaborazione progettuale avviato nella primavera dello scorso anno e curato da un pool di qualificati tecnici guidati dal professor Massimo Sargolini dell’Università di Camerino. Con la successiva pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana si aprirà la finestra temporale di trenta giorni che consentirà a cittadini, associazioni e organizzazioni di settore di presentare le loro osservazioni. Dopo il vaglio della Conferenza dei servizi (composta da Regione, Ministero ed altri enti competenti) e un’ultima fase di ulteriore messa a punto, lo strumento tornerà in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva. A partire dalle prossime settimane arriveranno gradualmente a definizione anche i Piani relativi ai bacini di Tacca Bianca, Mossa, Monte Pelato, Retro Altissimo e Canale delle Gobbie, tutti di proprietà della società Henraux e inseriti nel procedimento “di iniziativa privata” concordato e coordinato con il Comune di Seravezza in virtù di un apposito protocollo d’intesa firmato nel 2016.

Alla vigilia del primo approdo in Consiglio Comunale il Piano attuativo del Monte Altissimo Est è stato illustrato in assemblea pubblica martedì pomeriggio a Querceta, ultimo momento partecipativo della lunga serie che ha accompagnato tutto l’iter di messa a punto del progetto. Erano presenti il sindaco Riccardo Tarabella, l’assessore all’urbanistica Valentina Salvatori, il responsabile del settore urbanistica del Comune di Seravezza Andrea Tenerini e l’architetto Fabrizio Cinquini, componente del team progettuale. L’occasione ha permesso di cogliere il senso generale del Piano e di rilevarne alcuni aspetti caratteristici.

In apertura dell’incontro il sindaco Tarabella ha sottolineato «l’importanza della collaborazione che ha visto fianco a fianco Comune ed Henraux nella definizione del Piano. Un lavoro lungo ed accurato, con le due parti con posizioni e prospettive diverse ma entrambe impegnate a realizzare uno strumento utile, che possa essere di sicuro riferimento nella regolamentazione delle attività di cava».

L’assessore Salvatori ha ribadito gli obiettivi che con i Piani di Bacino l’Amministrazione ha inteso perseguire: «dotarsi di uno strumento intermedio tra i piani regionali di carattere generale e i piani di escavazione delle singole cave, ovvero di una cornice di regole entro le quali inserire tutto il successivo lavoro di regolamentazione e di controllo delle attività estrattive. I Piani di Bacino introdotti dalla Regione Toscana per pianificare le aree estrattive rappresentano una grande novità – ha aggiunto Salvatori – che il Comune, d’intesa con Henraux, proprietaria di gran parte dei siti estrattivi presenti nel nostro territorio, ha voluto cogliere come una vera sfida. Con questi piani si segna una netta linea di demarcazione rispetto al passato e si dota il Comune di un complesso di studi, analisi e metodi che per la prima volta, in maniera molto dettagliata, specifica e chiara, detta le regole entro le quali svolgere le attività estrattive, autorizzarle, gestirle, monitorarle, potendo fin d’ora prevederne gli effetti nell’arco dei prossimi dieci anni».

Nella sua lunga esposizione tecnica l’architetto Cinquini ha descritto il complesso assetto del Piano relativo alle Cervaiole, la cui struttura sarà poi replicata per le pianificazioni degli altri bacini estrattivi dell’Altissimo. In estrema sintesi un insieme di studi sulla natura dei luoghi, sulle loro caratteristiche ambientali, paesaggistiche, territoriali e storico-identitarie, sul valore e sulla consistenza degli habitat faunistici e vegetali, sui patrimoni da difendere e conservare, sugli insediamenti, i beni culturali, le reti infrastrutturali. Tutto analizzato e classificato con un alto livello di dettaglio, a supporto di scelte consapevoli e orientate alla salvaguardia. Dalla lettura delle mappe emerge che le aree destinate alla futura escavazione sul versante est dell’Altissimo corrispondono a quelle attuali (non si andrà quindi ad intaccare nuove aree). La quantità massima escavabile in dieci anni sarà di 700 mila metri cubi di marmi, previsione in linea con i quantitativi attualmente autorizzati. L’attività estrattiva sarà accompagnata da una serie di interventi di mitigazione quali: il recupero e la riqualificazione paesaggistica per l’accessibilità dell’area di Falcovaia quale punto privilegiato di fruizione della vetta del monte Altissimo; la realizzazione di un nodo di interscambio (spazi di sosta e parcheggi) e di un’area di sosta attrezzata per limitare, controllare e regolamentare gli accessi dei visitatori all’area delle Cervaiole; la promozione e la compartecipazione di Henraux ad uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza del ravaneto e per il recupero idraulico e idrogeologico del Canale del Giardino; il recupero e la riqualificazione paesaggistica degli spazi, dei servizi e delle infrastrutture per la fruizione paesaggistica delle Cervaiole dalla Valle del Serra e dalla Valle del Giardino attraverso la realizzazione di un “osservatorio” attrezzato.

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ultimo aggiornamento: 23-11-2018


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