Strage di Viareggio, in appello le accuse del pm a Fs e Rfi

Servirà un’altra udienza per la conclusione della requisitoria del pm di Lucca Salvatore Giannino al processo di appello sulla strage ferroviaria di Viareggio che il 29 giugno 2009 causò 32 morti per l’esplosione di un vagone cisterna con gas Gpl. Oggi il pm Giannino, che affianca la procura generale nell’accusa, ha proseguito la requisitoria per una intera, seconda, giornata. Gli servirà anche l’udienza dell’11 febbraio per concludere l’intervento.
Nella requisitoria – seguita anche oggi in aula dall’ex ad di Fs Mauro Moretti – il pm ha ripercorso tutte le criticità di controllo e sicurezza dell’infrastruttura, addebitandole a mancanze gestionali di Fs e Rfi. Il magistrato ha ricordato il picchetto fisso a fianco dei binari che provocò uno squarcio nel vagone rovesciato da cui uscì il gas e quindi ci fu lo scoppio e l’incendio. Inoltre ha messo in evidenza la pericolosità del transito di merci speciali in mezzo alle case, aspetto conosciuto dagli esperti e anche previsto – pur in estrema ipotesi – nelle linee guida sulla sicurezza ferroviaria.
Un’aspetto, nell’analisi dei rischi di cui Rfi non tenne conto, secondo l’accusa che attribuisce omissioni gravi e inerzie ai responsabili dell’infrastruttura ferroviaria.
“Il pubblico ministero ha fatto un lavoro certosino in cui ha fatto comprendere quali siano le carenze di Fs nella gestione delle ferrovia e come gli imputati sembrino più occuparsi a difendersi dal processo anziché sugli errori che sono stati fatti”, ha commentato Marco Piagentini, portavoce dell’associazione dei familiari delle vittime e dei superstiti ‘Il mondo che vorrei onlus’. L’associazione segue tutte le udienze.

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