“Mentre ringrazio le migliaia di persone che mi stanno scrivendo per dare solidarietà (grazie!) ribadisco tre concetti molto semplici”.

Lo scrive Matteo Renzi, in merito all’arresto dei suoi genitori:

“- Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge. I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido. Non grido ai complotti: chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali. Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste.
– Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme (emblematico il post di Enrico Mentana, che certo non può essere tacciato di renzismo).
– Chi conosce la realtà sa che quelle carte, peraltro, non corrispondono al vero. Ma per questo ci sarà il processo. Tra cinque anni, tra dieci anni, quando tornerà la calma e si potrà analizzare con serenità ciò che è accaduto in questo periodo alla mia famiglia, saranno in tanti a stupirsi. Chi ha letto il libro “Un’Altra Strada” sa a cosa mi riferisco.

A questo punto c’è solo una cosa da fare. Mantenere la calma. Sapere che il tempo farà giustizia di tutte le bugie. Avere lucidità e pazienza.

– Da uomo delle istituzioni dico: mi fido della giustizia. Questo è un grande Paese e io credo nell’Italia, sempre. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai.
– Da figlio: ho il cuore gonfio di amarezza. Mi basta che lo sappiano i miei figli e i loro cugini. E vedere la loro chat whatsapp di queste ore mi commuove e mi fa pensare che i dieci nipoti conoscono bene i loro nonni. E sanno che persone sono.
Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo. Lo sanno anche i sassi. Se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno politico di questi anni. Tutti noi siamo figli. E sappiamo che è doloroso far soffrire la tua mamma, il tuo babbo. Ti capita di farli soffrire quando la pagella non è quella che pensavano, quando torni troppo tardi dalla discoteca, quando salti scuola, quando fai una stupidata adolescenziale. È capitato a tutti noi, è capitato a me. Non avrei mai pensato, però, di farli soffrire così. Per colpa del mio impegno civile. E mi piacerebbe dire: prendetevela con me. Non con la mia famiglia.

E tuttavia concepisco la politica non come figlia di un’ambizione personale, ma come un dovere civile. Dunque: non mollo di uno solo centimetro. Anzi. Mi scuso con gli amici di Torino che mi hanno aspettato ieri. Ho dovuto per ovvi motivi interrompere il tour di presentazione. Ripartiremo allora proprio da Torino: appuntamento per venerdì 22 febbraio alle 18. Ho chiesto di prenotare una sala grande il doppio di quella che avevamo fissato ieri. Perché deve essere chiaro anche plasticamente che io non mollo. Che noi non molliamo. Ci vediamo venerdì 22 febbraio alle 18 a Torino e alle 21.30 a Genova. Presentiamo “Un’Altra Strada”.

Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce.
Non ci conosce.
Matteo

PS Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello”.

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