Biciclettata alla Lecciona in segno di protesta all’ asfaltatura per una pista ciclabile. Ritrovo  domani, 1 maggio, alle ore 14.30 alla sbarra d ‘ingresso lato Viareggio .Percorso: sbarra d’ingresso Lecciona Viareggio fino a sbarra d ingresso Torre del lago e ritorno , lunghezza 5 km circa. Tempo :30 min circa

“Ancora una volta siamo obbligati a mobilitarci, per difendere l’integrità della Pineta e del Parco di Migliarino… Questa volta in ballo c’è il progetto, già tante volte sentito, di far passare la cosiddetta “ciclovia tirrenica” dal viale sterrato che collega la Darsena di Viareggio con Marina di Torre del Lago”., scrivono gli organizzatori: “Sembrerebbe una cosa da nulla… Anzi, non è forse cosa buona e giusta incentivare la mobilità e il turismo in bicicletta? Ci sono però diversi “ma”:
1) Nella visione di certuni, “pista ciclabile” significa asfaltare il fondo, garantire una larghezza “adeguata al passaggio di mezzi di soccorso” (quindi realizzare una strada vera e propria), impiantare lampioni ecc… Si tratterebbe quindi, in tal caso, di una vera e propria opera di urbanizzazione primaria, in una zona che, oltre a rientrare nel Parco, è anche riserva naturale e Sito di Interesse Comunitario, e dovrebbe quindi restare intatta: con una tale pista la continuità dell’ambiente di duna, dalla spiaggia fino alla macchia e alla pineta, verrebbe interrotta e troncata dall’intrusione di un elemento artificiale.
2) A parte questo, il “Vialone” tra Viareggio e Torre del Lago è già una pista agevolmente percorribile in bici: non si vede quindi la necessità di alterarlo con interventi invasivi.
3) Se proprio si vuole realizzare una pista con le caratteristiche di cui sopra, c’è abbondanza di percorsi più adatti (è già stato proposto il Viale dei Tigli, o meglio ancora il viale dei Lecci, che passa subito a monte della tenuta Borbone).
Insomma: l’amministrazione di Viareggio, con questa proposta, riconferma una autentica ossessione per le strade inutili, e anche un’appassionata propensione a girare intorno alla Pineta e all’area protetta, come un branco di lupi affamati intorno alla preda, cercando di creare dei precedenti per “riqualificazioni” e “valorizzazioni”.
Noi invitiamo il Parco a svolgere la sua funzione di tutela della zona che gli è affidata, senza cedere a pressioni e condizionamenti. Invitiamo Comune e Regione a recedere da progetti i quali, a meno di non supporre un intento non dichiarato (che sarebbe, d’altronde, fin troppo scoperto), sono privi di costrutto. Invitiamo infine il Ministero dell’Ambiente e l’Europa e tenere sott’occhio la questione, perché l’area interessata, la cui protezione è considerata da qualcuno un fastidioso impaccio per lo “sviluppo del territorio”, è un patrimonio di importanza nazionale e sovranazionale, che non può venir sacrificato per interessi locali, comunque, ottusi e di corto raggio.”

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ultimo aggiornamento: 30-04-2019


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