Decreto di citazione a giudizio, a conclusione delle indagini preliminari, disposto dal pubblico ministero della Procura Lucca dottor Enrico Corucci,  per il titolare dell’agenzia di viaggi di Viareggio accusato di aver fatto sparire i soldi della luna di miele di una coppia. Il reato contestato è appropriazione indebita, come previsto dall’articolo 646 del codice penale, con l’aggravante di aver agito con abuso di prestazione d’opera. “Si è procurato un ingiusto profitto, appropriandosi, e non restituendo, la somma di 9.740 euro che gli era stata versata – scrive il pm -: “La somma sarebbe dovuta essere utilizzata  per l’acquisto del viaggio di nozze alle isole Mauritius”. Il processo dinanzi al giudice monocratico dottoressa Tiziana Lottini del tribunale di Lucca avrà inizio il prossimo 17 ottobre.

La vicenda, come già raccontata dalla nostra redazione, approda, quindi, nelle aule giudiziarie dopo che il legale degli sposi, avvocatessa Laura Crucianelli, aveva presentato  una denuncia, oltre che a un decreto ingiuntivo che era costato all’agenzia di viaggi il pignoramento di pc e mobilia varia nella sede, oltre che il blocco dei conti correnti.

Il denaro della luna di miele, che era stato versato da amici e parenti, era svanito nel nulla, come i biglietti di aereo, mai consegnati.  Ad aprile dello scorso anno la coppia era andata all’agenzia firmando il contratto,versando una caparra iniziale,  scegliendo la destinazione e il periodo del loro viaggio, poi erano iniziati ad arrivare i versamenti degli amici, fino a quando, alla vigilia della partenza, era arrivata l’amara sorpresa: niente volo, niente hotel, e i soldi non c’erano più.

“Quanto sta accadendo alla mia agenzia, in cui lavoro da oltre 30 anni e di cui sono titolare da 8, mi addolora molto per il terribile disagio creato ai miei clienti, soprattutto per avere tradito la fiducia da loro in me riposta”, questo lo scritto inviato all’epoca dal gestore dell’attività attraverso il suo legale, l’avvocato Elena Coppi: “Capisco perfettamente che non è giustificazione plausibile parlare di crisi, di errori di gestione, di insoluti a mia volta subiti. Vorrei semplicemente puntualizzare che ho investito tutti i beni personali nell’azienda nella convinzione (o nella speranza) di poter continuare l’attività che è stata finora la mia vita, ma alla fine mi sono dovuto arrendere ad una situazione divenuta insostenibile. Chiedo nuovamente scusa e sono pronto ad affrontare le mie responsabilità”.

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