“Piove sul bagnato”.

Il segretario di Rifondazione Comunista, Nicolo’ Martinelli,  boccia il trasferimento dei ginecologi del “Versilia” a Piombino:

“Non bastava il cospicuo contributo che la giunta Rossi aveva promosso verso associazioni anti-abortiste, che una vasta mobilitazione regionale sta faticosamente cercando di bloccare. Non bastava nemmeno l’agghiacciante notizia che in Versilia sono rimasti soltanto due (!) medici non obiettori a disposizione delle donne che devono abortire ( NOTIZIA DATA DA VERSILIA TODAY DUE DOMENICHE FA, LEGGI QUI: Abortire al “Versilia”: sono solo due i medici non obiettori di coscienza). Oggi veniamo pure a sapere che il già risicato numero di ginecologi del nostro territorio viene messo a disposizione per tappare buchi altrove; Invece di assumere uno specialista in più quando i bilanci lo permettevano, la scelta è stata quella di lavorare con i minimi.
La programmazione miope fatta in questi anni in Toscana sul personale, sta dando frutti decisamente negativi: Alla faccia anche della dignità dei professionisti, lavoratori sbattuti da un ospedale ad un altro in barba anche alla tanto decantata Gestione del Rischio, con cui la Regione Toscana si riempie la bocca nei convegni, ma che all’atto pratico viene calpestata tranquillamente (ma le compagnie assicurative che coprono i professionisti itineranti mica entreranno in difficoltà al primo problema?).
La salute, e soprattutto quella delle donne, diventa sempre di più una variabile dipendente dei bilanci aziendali, e bene ha fatto la ministra della salute Giulia Grillo ad opporsi alla clausola finanziaria voluta dal ministero dell’economia che prevede tagli automatici collegati alle variazioni del PIL.
La Toscana e l’Italia hanno bisogno di scrollarsi di dosso l’approccio privatistico che subordina l’esigibilità dei diritti costituzionalmente garantiti agli spiccioli che avanzano dai bilanci, che oggi si accompagna perfettamente a quella mentalità bigotta che ritiene i diritti delle donne diritti di serie B.
Che fine fa la dignità dei pazienti costretti a vedersi seguire da medici (bravissimi e professionali, ribadiamo) di cui non conoscono nemmeno il nome.
Non a caso, con la crisi economica, a saltare per primi sono i diritti delle donne, trasformandola così anche in crisi di valori faticosamente ottenuti.
Per questo nelle scorse settimane i Giovani Comunisti/e del Liceo Galileo Chini hanno promosso iniziative di mutualismo e denuncia contro l’IVA al 22% sugli assorbenti.
Perché le politiche oscurantiste delle destre non possono essere l’alternativa di cui la nostra regione ha bisogno di fronte al fallimento del PD di Rossi.
Rifondazione Comunista ritiene che il diritto alla salute, maschile e femminile, sia inalienabile e centrale nella Toscana che vogliamo costruire: Meglio spendere in medici specialisti, che salvano vite e curano le persone, che in apparati e dirigenti di cui la Toscana è ben fornita, ma i cui risultati sono ben poco verificati”.

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