Il Gruppo della Guardia di Finanza di Viareggio, a seguito di un’intensa attività di analisi sviluppata sul territorio versiliese, ha portato a termine una rilevante operazione nel settore della creazione e commercializzazione di sculture ed opere d’arte in genere, che da sempre costituisce un elemento caratterizzante del tessuto economico toscano, con importanti presenze anche in Versilia.
Le indagini, condotte con particolare acume dalle Fiamme Gialle viareggine in un periodo di circa due anni, a partire dall’anno 2017 fino al mese di giugno 2019, hanno visto concludere ben quattro verifiche fiscali ed un controllo nei confronti di soggetti completamente sconosciuti al Fisco italiano, dediti alla realizzazione di sculture in bronzo ed in marmo.
In particolare, l’operazione di servizio, denominata “Michelangelo”, ha avuto origine dall’individuazione di un artista di fama internazionale che, avendo fissato la propria residenza anagrafica in Versilia, vi operava da anni servendosi delle più note fonderie artistiche e di esperti artigiani della zona, per la creazione di sculture di grandi dimensioni
esposte, oltre che nelle gallerie d’arte della zona e per le vie dei principali centri urbani, anche in molte capitali europee.
I militari hanno avviato una verifica fiscale nei confronti dello scultore e, successivamente, un controllo nei confronti di una delle più note fonderie artistiche versiliesi, dal quale sono stati rilevati i nominativi di altri importanti artisti loro clienti. L’analisi delle posizioni fiscali dei maestri ha permesso di individuarne tre, di fama internazionale, principalmente dediti alla scultura, che creano abitualmente le loro opere nell’importante polo artistico versiliese.
Le conseguenti ispezioni hanno permesso di riscontrare, in due casi, un radicamento diretto sul territorio, perciò è stata contestata l’esistenza di una base fissa in Italia, procedendo a recuperare a tassazione i proventi della vendita sul territorio nazionale delle opere d’arte.
Nell’altro caso, lo scultore straniero è risultato operare in Italia per il tramite di una società a lui riconducibile, pertanto alla società italiana sono stati contestati costi non deducibili e rettificati i valori delle rimanenze finali delle opere d’arte, con conseguente aumento del reddito imponibile.
Complessivamente, l’operazione ha permesso di constatare, ai fini dell’imposizione diretta, compensi di lavoro autonomo sottratti a tassazione per quasi 6 milioni di euro ed I.V.A. non versata per oltre 350 mila euro.

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ultimo aggiornamento: 25-07-2019


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