In queste ore si è verificato  un episodio gravissimo in provincia di Massa Carrara dove alcuni criminali hanno imbrattato con delle svastiche il monumento che ricorda la nascita delle formazioni partigiane non lontano da Fosdinovo. Un monumento nato cinque anni fa grazie a una sinergia di volontà (dall’Anpi alla Cgil, dalle cooperative dei cavatori di Canalgrande a quelle di Lorano, Gioia e Amia), dall’architetto Ricci (progettista), alla Scuola del Marmo. In tanti hanno voluto questo ricordo del sacrificio dei partigiani carraresi al bivio tra Campocecina e Fosdinovo.

“Lo scrivo – dice il sindaco di Stazzema Maurizio Verona – da un po’ che tira una brutta aria: ma questa volta lo scriverò anche al Ministro dell’Istruzione perchè quello non è solo un monumento ai partigiani, ma un monumento alla libertà, alle idee e ai principi della nostra Costituzione, alle regole che consentono la convivenza civile tra i popoli, un inno al futuro.

Gli scriverò, inoltre, che nelle nostre scuole poco si insegna questo periodo storico, vi è una diffusa ignoranza su ciò che furono nazismo e fascismo, e si sbaglia oggi a sottovalutare dei segnali pericolosi come l’oltraggio a simboli e monumenti. Quando il 25 aprile viene derubricato dal giorno in cui il nostro Paese ritrovò libertà e oserei dire dignità, ad un derby calcistico, allora ciascuno finisce per  sentirsi autorizzato a dire e scrivere tutto.

Sarebbe troppo facile dire che sono goliardate e ragazzate: a Sant’Anna parliamo a tanti giovani ed ogni volta abbiamo un ottimo riscontro di interesse, ma spesso siamo nelle mani di insegnanti generosi e sensibili che hanno a cuore davvero la crescita di questi ragazzi e li portano nei luoghi in cui è nata la nostra Repubblica, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto, Fossoli, i campi di prigionia e di internamento, nei luoghi del confino, i nostri monti dove combattevano i partigiani e ragazzi da tutto il mondo ci portavano la libertà.

Ebbene, bisogna finirla di minimizzare perché è giunto il momento di  formare cittadini consapevoli, ciascuno nel suo ruolo, insegnando la storia della Seconda Guerra Mondiale, mettendo in guardia i nostri giovani dalla deriva a cui portano i nazionalismi, smettendo di fomentare l’odio per il diverso, spiegando i pericoli a cui si va incontro se si continua a mettere qualcuno prima di qualcun altro solo per una diversità di religione, genere, pensiero politico per generare paura.

Quando si minimizza si aiuta la deriva verso nuove forme di autoritarismo. La risposta è una sola: far conoscere questi luoghi ai ragazzi perché sappiano dove nasce la loro libertà di pensiero e di parola”.

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