Cane morto nel canale Burlamacca: ha il chip

Ha il chip, quindi è iscritto all’anagrafe canina, il cane ritrovato morto, e ormai in stato di avanzata decomposizione, nel canale Burlamacca, legato al guinzaglio e a un secchio di plastica riempito con cemento. A confermarlo sono i vertici della Capitaneria di Porto di Viareggio.  Bocche cucite e massimo riserbo sulla vicenda da parte degli inquirenti: da quanto trapelato il proprietario, rintracciato dai militari, avrebbe dichiarato che il 4 zampe era scomparso da giorni. Unica cosa certa che il cane – anziano – è stato gettato nel canale a Viareggio, e non arrivato nel luogo del ritrovamento trascinato dalle correnti. La carcassa, portata alla Asl veterinaria, si trova ora in una cella frigorifera, in attesa che venga disposta l’autopsia da parte dell’autorità giudiziaria per capire se il 4 zampe sia stato gettato nel canale già morto oppure sia stato barbaramente ucciso. Ipotesi, queste, che porterebbero a due diversi scenari sotto il profilo delle responsabilità. Nel caso fosse già morto e il suo corpo ormai senza vita gettato nelle acque come un rifiuto scatterebbe solo una sanzione amministrativa. Nel caso, invece, che il cane fosse stato buttato nel canale ancora vivo, e quindi morto a causa dell’orribile gesto, il reato, previsto e punito dal codice penale all’articolo 544 bis, sarebbe quello di uccisione di animale che prevede una pena da quattro mesi a due anni.
Quando un cane muore le norme parlano chiaro: lo si puo’ seppellire nel proprio giardino, a meno che non sia deceduto per una malattia infettiva che possa contaminare le falde acquifere, lo si puo’ portare dal proprio veterinario, che è in contatto con le ditte specialistiche di smaltimento, ci si puo’ rivolgere a un centro di cremazione, o, dove esista, in un cimitero per cani. Senza dimenticare che in Italia un cane puo’ essere sottoposto ad eutanasia solo se malato incurabile o se dichiarato ufficialmente aggressivo e irrecuperabile.

 

 

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