Una conferenza stampa anomala. Nella quale i giornalisti al posto di un consueto comunicato stampa hanno trovato una cartella zeppa di documenti: delibere di consiglio comunale, proposte di delibere dei dirigenti, pareri dei dirigenti comunali e dei revisori dei conti. E il perchè di questa anomalia la spiega in partenza il sindaco di Massarosa, Alberto Coluccini. “Abbiamo convocato la stampa ma non per fare dichiarazioni o dare notizie. Vi forniamo i documenti sul bilancio comunale. Vi diamo gli strumenti per capire da soli lo stato in cui versa questo Comune, al di là delle considerazioni e delle letture politiche. Sui giornali leggiamo interventi della minoranza che non hanno alcun fondamento: vogliamo che i cittadini, vedendo le carte, capiscano da soli che stiamo dicendo la verità e che il predissesto è l’unico modo per salvare il Comune e tutelare i nostri cittadini oltre che i nostri creditori”.

“Difficile – ha aggiunto il sindaco – far capire qual è la verità se l’opposizione scrive sui giornali che i revisori dei conti sono assenti al momento dell’approvazione del predissesto, mentre erano presenti tutti e tre. E’ difficile far capire che chi afferma sui giornali che vuole difendere il cosiddetto “Modello Massarosa”, ossia il Pd, sono gli stessi personaggi, ossia Simona Barsotti del Pd, che in consiglio comunale ha affermato che il Modello Massarosa è fallito e va rivisto”.

 I numeri del bilancio

E i numeri, in effetti, parlano da soli. Il bilancio di un Comune, come è noto, è formato principalmente da tre voci: resoconto finanznario, stato patrimoniale e conto economico. E i numeri del disastro sono sotto gli occhi di tutti, messi nero su bianco: -5 milioni di perdita per il resoconto finanziario, frutto di un milione e mezzo di ‘buco’ di quest’anno e altri 3,5 milioni di disavanzo relativo al 2014. Lo Stato Patrimoniale vede scendere la ‘ricchezza’ del Comune di circa 1 milione di euro nel solo 2019. Pessimo anche lo stato del conto economico: -5,4 milioni nel 2015, – 3,6 milioni nel 2016, -1,3 milioni enl 2017 e -1,3 milioni nel 2018.

Situazione nota almeno dal 2017

Dati che erano noti anche due anni fa. Lo ha detto chiaramente la dirigente del settore economico, la dottoressa Monica Torti, l’unica presente alla conferenza stampa accanto al sindaco Alberto Coluccini. “Avevamo suggerito il predissesto già due anni fa. Il problema oltre ad essere la cassa, oggi è anche la competenza. Sono stati basati i bilanci su previsioni che non si sono realizzate e su entrate straordinarie che non si sono verificate”.
In quello che è stato fatto non c’è niente di politico, continua la dottoressa Torti e la mancanza degli equilibri fu comunicata a Coluccini già dai primi giorni del suo insediamento

La politica di allora fece altre scelte – interviene il sindaco – che oggi dovranno pagare tutti i cittadini, indistintamente. Aumentare le multe, vendere qualche altro pezzo del patrimonio comunale, svendere Toscana Energie (che tra l’altro è una delle poche entrate certe del Comune) non risolverebbe la questione. Le criticità strutturali dell’Ente furono già evidenziate dal dirigente e dagli organi di controllo già nel 2017, ma allora la politica di allora ha fatto orecchie da mercante.

Unica soluzione, procedura di recupero degli equilibri di bilancio

Di fronte a questi numeri le scelte della politica sono limitate. Il sindaco Alberto Coluccini spiega: “Oggi abbiamo tre possibilità. Confermare le assurde entrate preventivate dalla passata amministrazione, che per quanto mi riguarda sarebbe come fare un falso in bilancio, perchè quelle entrate non sono realizzabili in alcun modo, considerato anche che ci hanno lasciato con un Comune ridotto all’osso come numero di dipententi e dirigenti. Oppure possiamo andare dritti contro il muro, ossia contro il dissesto che sia la dirigente che i revisori ci dicono sia sicuro se non cambiamo rotta.

Se venisse dichiarato il dissesto, in questo anno saremmo costretti a recuperare il buco dei 5 milioni ad oggi accertato in un anno, massimo due anni: saremmo quindi costretti a tagliare drasticamente i servizi e ad alzare al massimo tutte le tasse.

Oppure c’è la terza strada, quella che io e la mia amministrazione hanno scelto di percorrere, anche se non è facile. Quella che stiamo facendo è un tentativo di accedere alla procedura di riequilibrio. Il che significa che abbiamo tre mesi di tempo per presentare al Mef e alla Corte dei Conti un piano di recupero. In questo modo potremmo ‘spalmare’ quei 5 milioni di buco su massimo 10 anni: dovremmo lo stesso fare qualche scelta dolorosa, ma di sicuro molto meno impattante che in caso di dissesto. Tra tre mesi – conclude il primo cittadino – presenteremo il nostro piano di rientro, poi sarà la Corte dei Conti a dirci se accetta il nostro piano e in quanti anni ci concede di rientrare”.

 

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