“Alla faccia della segretezza della indagini… E’ questa la prima frase che mi è venuta in mente quando un cliente ieri mi ha telefonato facendomi presente che sul giornale si parlava di una indagine ove lui era coinvolto”.

E’l’avvocato Fabrizio Bartolini, con studio a Viareggio, a commentare la notizia dell’indagine bis che ha coinvolto i 25 manifestanti che contestarono Matteo Salvini, già assolti dal giudice Gerardo Boragine per adunata sediziosa.

“Ma partiamo dall’inizio…..

Sabato 10 agosto…… un mio cliente che era stato accusato e poi assolto per il reato di adunanza sediziosa durante la manifestazione di Salvini a Viareggio, mi telefona facendomi presente che sulla stampa si parlava di una nuova indagine in corso nei confronti di coloro – tra cui lo stesso mio assistito – che erano stati portati a processo per la contestazione suddetta.

La cosa sconcertante era che nè il sottoscritto in qualità di difensore nè tantomeno il cliente come diretto interessato ne sapeva qualocosa ma……in compenso…..lo sapevano i giornali!

Eppure nel nostro codice si parla di segretezza delle indagini, di privacy e di bei concetti che però in pratica non vengono attuati.

E non è certamente la prima volta che accade

Altro caso inquietante…

Mi ricordo di una mattina che stavo andando in Corte di Appello a Firenze quando un mio cliente mi telefona facendomi presente che lo stavano arrestando in quanto accusato di associazione a delinquere con l’aggravante del 416 bis.

Terminata la telefonata mentre mi dirigevo al lavoro mi chiamò una giornalista che sapeva già dell’accaduto ed anche della nomina del sottoscritto e la cosa bella è che durante il viaggio di ritorno da Firenze la giornalista mi fece recapitare, via email, anche l’ordinanza cautelare che io non avevo ancora.

Alla faccia della segretezza delle indagini!

Ora che un indagato debba sapere dell’indagine in corso nei suoi confronti dal giornale e che i giornalisti sappiano le notizie prima dei diretti interessati è una cosa davvero sconcertante.

Poi, però arrivano i controlli sulla privacy perchè magari hai una cartellina sulla scrivania in bella vista mentre ci lavori”.

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“Ancora una volta i giornali sono stati informati prima degli indagati”