“Non credo ad una sola parola riguardo alle dichiarazioni di Massimo Remorini”.
Sulla vicenda delle donne scomparse, dopo quanto affermato dallo “zio”, che Velia Carmazzi vivrebbe in un campo Rom a Brescia e addirittura sarebbe stata vista da un commerciante della città lombarda, mentre l’anziana Maddalena Semeraro sarebbe stata gettata, morta, in un fosso tra Torre del Lago e Viareggio, dopo l’avvocato Aldo Lasagna, che tutelava il teste chiave Francesco Tureddi, dice la sua anche l’avvocato del Foro di Lucca Alberto Consani, che nel processo di primo grado, come in Appello e in Cassazione, assieme all’avvocatessa Chiara Consani, si era costituito parte civile tutelando Davide Paolini, figlio e nipote delle due donne scomparse.
“Ad oggi – aggiunge Consani – la sola verità è quella cristallizzata nella sentenza passata in giudicato. Queste sparate, prive di riscontro alcuno, aumentano solo le sofferenze di chi, a causa loro, già da anni soffre”.
Una ferita che si riapre, con queste dichiarazioni, spiega l’avvocato Alberto Consani: David, nonostante tutto, è infatti andato avanti, ricostruendosi una vita, mettendo su famiglia con con la sua compagna e un figlio.
Il giovane, all’epoca dei fatti poco più che 20enne – che non ha mai cambiato la sua versione sui fatti – il 22 agosto del 2010 ha sempre riferito di aver trovata la mamma, Velia Carmazzi, come morta, coperta da un lenzuolo, distesa sul letto della roulotte nel campo di via dei Lecci a Torre del Lago dove da tempo viveva con la madre Maddalena Semeraro dopo la vendita delle due case di proprietà. Ma, fidandosi dello “zio” Massimo Remorini, si era rivolto a lui telefonandogli per chiedergli aiuto. Poi, a metà settembre, oltre a Velia, era sparita dal campo di via dei Lecci anche la nonna Maddalena. L’indagine, partita a fine settembre del 2010 con la segnalazione fatta ai Carabinieri di Torre del Lago da un assistente sociale – e con la denuncia di scomparsa presentata dal figlio e nipote David Paolini – si è protratta per quasi 24 mesi prima di approdare nelle aule giudiziarie.
I corpi di Velia Carmazzi e Maddalena Semeraro non sono mai stati trovati e proprio David Paolini dopo la condanna definitiva in Cassazione aveva lanciato un appello a Massimo Remorini: “E’ ora di parlare, dimmi dove sono la mamma e la nonna”. Se inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato che fossero state seppellite nel campo di via dei Lecci, scavato a fondo, poi le ricerche si erano spostate nel lago di Massaciuccoli, nel padule e in alcuni bidoni dell’ immondizia. Ma invano, senza nessun esito. E ancora oggi David, come sua sorella Sabrina, non ha una tomba dove poter portare un fiore.