Guardie zoofile Kronos, l’indagine nasce dal caso del cane Oliver, un bell’esemplare di maremmano maschio.

E’ il 13 settembre del 2017 quando – secondo la ricostruzione della Procura di Lucca  – tre guardie zoofile della Kronos si presentano a casa dei proprietari del 4 zampe e, mediante minaccia di elevargli sanzioni, li costringono a firmare l’atto di cessione, “procurando così un ingiusto danno alle persone offese ed un ingiusto profitto a sé stesse e all’associazione”. 

E’ il 4 ottobre dello stesso anno, meno di un mese dopo, quando uno dei 12 indagati presenta denuncia alla caserma dei Carabinieri di Pietrasanta asserendo che Oliver, affidato alla sua struttura, un rifugio per cani, era scappato. Una denuncia falsa, secondo la Procura, che ricostruisce, nelle indagini, che il maremmano, invece, si trovava in altra struttura in Liguria, a Sarzana “per eludere il provvidemento di sequestro emesso dal pm il 2 ottobre”, con tanto di blitz della Pg, assieme alla polizia municipale della Piccola Atene, nel canile dove lo stesso si sarebbe dovuto trovare.

Poi, nella scena, sempre secondo l’accusa, nel dicembre 2017 è entrata un’altra persona, finita sotto indagine, che affermando di aver trovato Oliver per strada al ritorno da una vacanza all’isola d’Elba, se lo era intestato. L’accusa, in questo caso, è di “aver attestato il falso nell’autocertificazione per la regolarizzazione dell’intestazione della proprietà del cane pastore maremmano, ottenendo così l’iscrizione all’anagrafe canina a suo nome del cane Oliver chiamandolo Gian, nello specifico avendo trasmesso tramite mail un’autocertificazione, diretta alla competente ASL3 di Genova, per il tramite di uno studio veterinaro, nella quale attestava falsamente di aver ricevuto in dono il cane, reiterando il falso nelle dichiarazioni rese a verbale di sommarie informazioni testimoniali allorquando è stata escussa dalla Polizia Municipale di Genova (su subdelega dell Procura di Lucca)”.

 

 

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