Associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei seguenti delitti:

  • 483 falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico
  • 479 falsità ideologica commessa da P.U. in atti pubblici (in relazione ad art. 48 c.p.)
  • 485 falsità in scrittura privata
  • 491 falsità di documenti equiparati agli atti pubblici
  • 495 Falsa attestazione o dichiarazione a P.U. sull’identità o qualità personale proprie o altrui
  • 640 truffa aggravata
  • 648 bis riciclaggio
  • 648 ter impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

Sono queste le accuse, a vario titolo, per tre soggetti italiani indagati nell’ambito di una prolungata e complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri delle Compagnie di Viareggio e di Castelnuovo Garfagnana.

Si tratta di tre fratelli della Garfagnana, tutti con precedenti

Nei loro confronti, come spiegato dall’Arma durante la conferenza stampa di questa mattina in Cortile degli Svizzeri, è stata emessa un’ordinanza di applicazione di misura cautelare firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lucca, dott.ssa Antonia Aracri, su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell’indagine, dr. Enrico Corucci, che ha condiviso a pieno gli indizi di colpevolezza raccolti dai Carabinieri a conclusione di una articolata attività d’indagine.

Dalle indagini dei Carabinieri è emerso infatti che i destinatari del provvedimento avevano realizzato un progetto criminoso volto ad accaparrare quanti più possibile beni immobili, attraverso la redazione di falsi testamenti aventi come beneficiari sé stessi, familiari o soggetti assoldati per l’occasione, con lo sbocco della loro collocazione al più presto possibile sul mercato per la vendita, la monetizzazione del loro valore e il conseguimento di due importanti obiettivi: la vanificazione della loro responsabilità come titolari di beni provenienti da delitto e l’accumulo di danaro liquido da reimpiegare agevolmente per il loro arricchimento.

Nello specifico, il sodalizio è riuscito ad inserirsi in successioni ereditarie per alterare la realtà a proprio piacimento, contraffacendo i testamenti e proseguendo sulla linea delle falsità con gli adempimenti successivi della denuncia di successione e della voltura dei beni.

Le indagini sono partite nel novembre 2017 a seguito di una querela presentata ai Carabinieri della Stazione di Forte dei Marmi per una tentata truffa ai danni del proprietario di un terreno che aveva riscontrato che il suo bene, sulla base di un testamento olografo, era stato volturato dall’Agenzia delle Entrate di Lucca nel catasto terreni a favore di un parente dei tre fratelli

Nel dicembre 2018 l’attività investigativa si è ampliata a seguito di una querela presentata ai Carabinieri della Stazione di Gramolazzo per la redazione di un falso testamento olografo a firma di un signore 87enne di Minucciano deceduto ad agosto 2018, il cui lascito dei beni immobili era a beneficio di un altro soggetto coinvolto nell’indagine in concorso con i fratelli  anziché del legittimo erede realmente indicato dall’anziano deceduto.

Le successive indagini dei Carabinieri, sviluppatesi attraverso servizi di osservazione, perquisizioni domiciliari ed attività tecniche di intercettazione telefonica, hanno poi permesso di accertare il disegno criminoso attuato dagli indagati che, nel biennio 2017-2019, sono riusciti a volturare a loro favore diverse decine e decine di beni immobili attraverso testamenti contraffatti.

Nel corso delle attività investigative sviluppate dai militari dell’Arma, inoltre, è stato possibile delineare la struttura dell’associazione criminale che ha visto in uno dei tre  finiti in manette il ruolo di capo ed organizzatore, il quale, avvalendosi della stretta collaborazione di un fratello,  ha costituito presso la sua abitazione una vera e propria “tipografia” onde confezionare i falsi testamenti olografi, occupandosi anche di organizzare le successive operazioni di voltura dei beni immobili e di impartire ai correi le necessarie disposizioni operative.

Infine, nel corso dell’attività d’indagine, i Carabinieri hanno accertato anche la responsabilità, in ordine ai predetti reati, di un altro uomo, già noto alle forze di polizia, nei confronti del quale tuttavia non sono stati configurati i gravi indizi di delitto di associazione per delinquere ma, invece, di concorso nel reato unitamente ai tre fratelli. Nei suoi confronti l’Autorità Giudiziaria lucchese ha emesso l’ordinanza di misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. tutti i giorni.

I Carabinieri hanno dunque dato esecuzione al provvedimento ed hanno condotto presso la Casa Circondariale di Lucca due dei fratelli, mentre il terzo è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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ultimo aggiornamento: 14-11-2019


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