Riconsociuta attraverso il tatuaggio.

La donna trovata cadavere, ormai in stato di avanzata decomposizione, in una roulotte in un campo sulla via Aurelia a Torre del Lago, come ipotizzato ( e scritto su Versilia Today ) è una 40enne originaria del pisano, di San Giuliano Terme, residente a Ponte a Moriano per un periodo di tempo. Si tratta di Chiara Corrado, uccisa con un corpo conduntente, poi chiusa in un sacco. Ad ucciderla, secondo le indagini dei Carabinieri di Viaregggio e del comando provinciale di Lucca, sarebbe stato il suo compagno, un 46enne di San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, città, questa, dove i militari dell’Arma lo hanno fermato questa mattina su delega del pm della Procura di Lucca dottor Aldo Ingangi. L’accusa è di omicidio volontario. Il fermato, che aveva convissuto con la donna,  è ora sotto interrogatorio dal pm della procura calabrese di Paola, diretta dal dottor Pierpaolo Bruni e avrebbe fatto alcuni ammissioni. La morte, anche se sarà l’autopsia a fare piena luce, risalirebbe alla scorsa estate. Nessuna denuncia di scomparsa, per la vittima. L’uomo, nel frattempo, era tornato in Calabria.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Lucca, stanotte, a San Nicola Arcella (CS) hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca per omicidio aggravato ed occultamento di cadavere, nei confronti di Zangari Graziano, quarantaseienne calabrese, che lavorava come operaio presso una ditta edile di Viareggio. Lo stesso, infatti, è ritenuto l’autore dell’omicidio di Chiara Corrado, quarantenne originaria di Pisa, il cui corpo è stato rinvenuto in avanzato stato di decomposizione all’interno di una roulotte la sera di domenica scorsa. Il cadavere, occultato in un telo di plastica sigillato con del nastro adesivo, aveva le mani ed il collo legati con delle corde e presentava una frattura nella ragione temporale destra del cranio. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lucca e condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e della Compagnia di Viareggio, supportati dalla sezione investigazioni scientifiche, consentivano di identificare la vittima sul cui corpo venivano riscontrati particolari elementi distintivi e risalire all’autore dell’efferato delitto avvenuto presumibilmente tra la fine di luglio e la prima metà del decorso mese di agosto. In particolare, emergeva che il movente del delitto era riconducibile ad un relazione conflittuale tra i due e che lo Zangari, dopo il delitto, occultava il cadavere nella roulotte, che chiudeva con un lucchetto e dove veniva successivamente portato il corpo privo di vita della donna, colpita alla testa con un oggetto contundente che ne causava il decesso. All’interno del box in uso allo stesso, i militari trovavano in un sacco, delle corde e dei guanti del tutto simili a quelli presenti sulla roulotte, nonché un cuscino intriso di sangue e vari oggetti ed indumenti femminili.

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ultimo aggiornamento: 22-11-2019


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