“Maurizio Cattelan è un artista italiano che si crede anticonformista e fuori dagli schemi ma in realtà con i suoi atteggiamenti mal spiegati diviene esso stesso conformista e funzionale alla mercificazione dell’arte. In questi giorni ha fatto discutere la sua banana messa al muro con del nastro americano e venduta ad una cifra stratosferica”.
Lo scrivono in una nota alcuni dadaisti
“L’opera, intitolata Comedian (Comico), è stata venduta per 120 mila dollari prima che un altro artista, David Datuna, l’ha staccata dal muro, sbucciata e mangiata. Arte nell’arte? Provocazione nella provocazione? Il critico d’arte e guitto di regime Vittorio Sgarbi ha dichiarato che Cattalan con questo suo gesto ha voluto dirci che l’artista non ha più una vita sessuale perché ha appeso la banana al muro un po come i calciatori appendono la scarpetta al chiodo quando finiscono la carriera. Intanto numerose aziende hanno colto la palla al balzo e sfruttando i riflettori che si sono accesi sulla vicenda con l’instant marketing.
Anche Viareggio si è svegliata con decine di banane attaccate per la città con nastro americano e un fogliettino con su scritto “non è cibo per scimmie, non è un plagio artistico, se hai fame mangiala!.” La provocazione reo – dadaista realizzata da qualche attivista vicino al Dada Boom oltre a prendere di mira l’artista (il costo di sette banane è di 2.80 centesimi) è un modo per denunciare i tanti poveri e senza fissa dimora che ci sono in città. La banana non è per le scimmie, come vorrebbero far credere tanti razzisti, ma è per chi ha fame e magari non se lo può permettere per colpa della crisi economica e delle politiche neoliberiste”.
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