Il “Comitato 22 Marzo per la difesa della Scuola Pubblica” – costituito a Viareggio il 22 marzo 2019 per lottare contro ogni ipotesi di regionalizzazione – aderisce alla “Staffetta per l’unità della Repubblica e i diritti uguali per tutti” lanciata dal “Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata”: lo fa promuovendo una campagna di informazione nelle scuole e nei luoghi pubblici del nostro territorio, a partire dal volantinaggio che si è tenuto il 12 dicembre al mercato di Viareggio e a quello che si terrà al mercato di Lido di Camaiore lunedì prossimo 16 dicembre.

La staffetta si terrà in tutta Italia, a partire dal 9 dicembre, da Brescia a Catania, da Torino a Bari, da Padova a Roma, da Viareggio a Pisa, passando per tante città di tutto il territorio, con iniziative di mobilitazione (assemblee, volantinaggi, lezioni in piazza), alle quali hanno aderito associazioni, comitati, personalità di diversa sensibilità, sindacati come la FLC-CGIL: tutte unite nel rigetto dell’Autonomia differenziata e del relativo disegno di Legge quadro che il governo (con il Ministro Boccia), ha presentato a inizio novembre, al fine di accelerare l’attuazione del processo di regionalizzazione.

La situazione che stiamo vivendo è infatti molto grave, pur nella disattenzione dei media e dell’opinione pubblica che non è sufficientemente informata su quanto sta avvenendo: l’attuale governo, come i precedenti (quello Lega–5 Stelle e quello Gentiloni del PD), intende attribuire alle regioni moltissime competenze legislative oggi dello Stato (e per questo uguali dal nord al sud del paese): istruzione, sanità, trasporti, servizi, ambiente, tutela della salute, contratti di lavoro e altre.

Diverse regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte), ma altre potrebbero seguire, hanno già chiesto questa autonomia, come pure la possibilità di gestire in proprio i fondi legati a ciascuna materia. Se il progetto si dovesse realizzare, sarebbe molto difficile tornare indietro e potremmo avere tante piccole Italie divise e in lotta tra di loro e le diseguaglianze aumenterebbero, mente si ridurrebbero i diritti di cittadini e lavoratori. La propaganda racconta che ci sarebbero più risorse e qualità nei territori. Ma chi dice questo sono gli stessi politici che hanno attaccato contratti, servizi, diritti.

Concretamente, con l’autonomia differenziata non ci sarebbero più i contratti collettivi nazionali di lavoro a tutelare i diritti di chi lavora, con aumento della precarietà e riduzione dei diritti; le regioni avrebbero la possibilità di sostituire progressivamente la sanità pubblica con la sanità privata attraverso fondi integrativi e polizze assicurative (come negli Stati Uniti); ogni regione “governerebbe” le sue scuole con programmi e titoli di studio regionalizzati, con personale con contratti regionali; rispetto alle politiche ambientali la frammentazione della normativa e la deregolamentazione avrebbero conseguenze drammatiche sul territorio, sull’ambiente, sull’inquinamento, sulle bonifiche e sulla salute dei cittadini.

La “Legge quadro”, presentata dall’attuale governo, presentata come lo strumento che dovrebbe inquadrare l’Autonomia differenziata permettendo la salvaguardia del principio di coesione nazionale e di solidarietà, in realtà apre proprio la strada alla differenziazione e alla frantumazione dei diritti e delle conquiste, a legislazioni differenti in ogni campo (dalla scuola alla sanità, dai contratti collettivi alle infrastrutture, dai trasporti all’ambiente…) e quindi prospetta scenari inquietanti di messa in concorrenza e tensione tra le Regioni, con possibili sviluppi gravi e drammatici per l’unità della Repubblica.

Per questo gli aderenti alla “Staffetta per l’unità della Repubblica e i diritti uguali per tutti” chiedono la cancellazione della Legge Quadro e il ritiro di qualunque autonomia differenziata e chiedono che i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori siano correttamente informati sulle conseguenze devastanti di un provvedimento da cui poi sarebbe molto difficile tornare indietro.

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