Elezioni provinciali, parla il sindaco Giorgio Del Ghingaro:

Ora si può dire, senza accendere polemiche.
Il Comune di Viareggio, secondo per abitanti della Provincia di Lucca, esperienza davvero civica regionale, è stato volutamente escluso dalle elezioni provinciali e conseguentemente dalla rappresentanza istituzionale.
Lo hanno fatto sia la destra, sia la sinistra, applicando la cosiddetta “ostilità trasversale” con una operazione politica conservativa, che tende a salvaguardare i reciproci fortini, chiudendo alla società civile viareggina, che è esempio chiaro e netto di governo squisitamente civico ormai da cinque anni.
Tutti conoscono le mie valutazioni sulle Province. Per me andavano semplicemente chiuse. Ma se esistono devono necessariamente avere la più larga rappresentanza possibile, proprio perché sono in grande difficoltà finanziaria e sono diventati enti di secondo livello, quindi con poche, concrete, possibilità d’intervento sui territori. E Viareggio ne è la dimostrazione esemplare: negli anni passati nessun lavoro di rilievo è stato effettuato sulle scuole superiori (il Marconi ne è un esempio eclatante) e sugli edifici di proprietà provinciale (l’ex caserma Mazzini e la ex Inapli) che versano in stato di forte degrado.
Perché è stato fatto? Perché un’esclusione così inopportuna?
Per paura, per ripicca, per sottovalutazione.
La paura è data dal fatto che la maggioranza civica di Viareggio, visto il numero di consiglieri eletti, avrebbe potuto tranquillamente, senza ricorso a voti esterni, mandare un proprio rappresentante in consiglio provinciale, togliendo un posto a uno dei due schieramenti di destra o di sinistra. Ambedue non potevano permetterselo, sarebbe stato un venir meno degli equilibri partitici territoriali, già minati a suo tempo dall’ “anomalia” della mia elezione a sindaco di Viareggio.
Un atteggiamento difensivo e non propositivo che rischia di chiudere gli elementi positivi del dialogo aperto in questi anni e compromettere la condivisione degli obiettivi che con alcuni era scontata e rodata.
È stato fatto dicevo anche per ripicca. Perché sia il Pd, sia la Lega dovevano “farla pagare” alle liste civiche che li avevano battuti alle elezioni e che governano autonome e libere da quasi cinque anni, dando prova di autorevolezza e capacità amministrativa, con oggettivi risultati tangibili ed evidenti nella gestione del Comune di Viareggio.
Devo dire che il Pd, partito maggioritario in area vasta, in questi anni si è già più volte distinto in esclusioni di Viareggio da organismi rappresentativi (Il Parco Migliarino San Rossore e Ato Rifiuti su tutti). Quindi per lo schieramento democratico far finta che il civismo viareggino non esista è cosa ormai abituale. 
Ma dicevo anche per sottovalutazione: evidentemente le prossime scadenze elettorali amministrative comunali e regionali impongono ai partiti tradizionali un riposizionamento ad escludendum del mondo civico, considerato spurio e poco gestibile.
Ma quando si umiliano interi territori con atti di arroganza non si va tanto lontano, si rischia di avere una visione vendicativa e di corto respiro e non invece, come dovrebbe essere, uno sguardo lungo ed un’analisi politica più intelligente, rivolta a quei mondi che non si riconoscono più nella galassia dei partiti tradizionali e però hanno voglia di dare un loro contributo al cambiamento della politica – vedi le “sardine”, ma anche altre realtà di movimento che stanno dicendo la loro a livello regionale e nazionale – oppure a coloro che più negativamente si rifugiano nella selva oscura dell’astensionismo. Sottovalutazione della forza del cosiddetto “civismo” quindi, che sui territori invece esprime una sua evidente attrattiva politica e che dai territori stessi fa derivare le istanze che rappresenta nei comuni, nelle province, nelle regioni.
Queste analisi ci porterebbero lontano e anche se sarebbe davvero interessante approfondire non è questo il luogo per farlo.
È evidente che coloro che hanno impedito la corsa di Viareggio sostengono varie teorie giustificative:  che “Viareggio poteva fare una lista autonoma con un autonomo presidente”, “Che Viareggio tra pochi mesi andrà ad elezioni”, che “non c’è stato tempo”, che “Il Del Ghingaro è brutto e cattivo”, che “ avremo tempo di confrontarci ”, che “apriamo un tavolo sulle priorità” ed altre varie amenità, infarcite di paradossali ed inverosimili analisi politiche e politologiche, ma la realtà è una sola: la Destra e la Sinistra hanno volutamente escluso Viareggio dalle elezioni provinciali e se si esclude in politica non porta mai bene a chi lo fa.
Ho volutamente lasciato passare un po’ di tempo dal voto provinciale per dire la mia, sommessamente e pacatamente, per sottolineare un disagio che non è solo mio, ma di un Comune di settantamila abitanti che, democraticamente ha espresso anni fa, un governo civico, svincolato dai partiti e che evidentemente, distinguendosi  per la sua autonomia e per la sua caratterizzazione trasversale, crea difficoltà a chi pensa di poter gestire la cosa pubblica senza il coinvolgimento effettivo di tutte le parti rappresentative dei cittadini.
La riflessione politica che ne deriva è evidente ed il sempre minor appeal di alcune forze politiche tra gli elettori lo dimostra.
(Visitato 564 volte, 1 visite oggi)
TAG:
elezioni provinciali giorgio del ghingaro viareggio

ultimo aggiornamento: 22-12-2019


“Due pesi e due misure a che punto sono le indagini sui leghisti che minacciarono il giudice?”

Rinviati a giudizio per aver contestato Salvini: “il “Ne bis in idem” dovrebbe valere anche per i 2 compagni verso i quali continua un assurdo accanimento”