“Devo raccontare una cosa che mi è successa circa una settimana fa. Premetto che tutte le sere prima di tornare a casa, vado nel luogo dove il mio Ale ha perso la vita, mi fermo per dirgli una preghiera e questo mi fa stare bene. Una sera che ero lì mi si è avvicinata una signora che non conoscevo ma che conosceva me perchè mi ha detto lei è la madre vero? Ho annuito e lei ha iniziato un monologo dico monologo perché mi ha ferita con le sue parole e non le ho risposto. Ha iniziato dicendomi se mi sembra normale tenere tutte quelle piante davanti le case che il dolore va tenuto nel  cuore e non lo si dimostra con fiori e piante. E che togliendo i fiori io sarei passata da lì con meno dolore(come se senza fiori io mi dimentico che li mio figlio ha perso la vita). Addirittura mi ha accusato di avere creato un cimitero e che se qualcuno del palazzo vuole fare una festa questo cimitero la rovina, che è diseducativo per i bambini che vedono e chiedono spiegazioni”.

E’ Serena, la mamma di Alessandro Cecchi, il noto pasticcere, nipote della Fauzia, morto prematuramente in un incidente stradale in via Nicola Pisano a scriverlo su Facebook, affidando ai social il suo sgomento:

“Assurdità, cattiveria gratuita, e ignoranza soprattutto! Ma dico io come si fa a rivolgere queste accuse a una mamma che sta soffrendo le pene dell inferno? Penso che la signora abbia figli e nipoti e mi chiedo che razza di madre e nonna deve essere? Mi hanno rovinato anche il momento di preghiera con Ale perchè  per me è proprio lì che lui è volato in cielo. Rovinato perché adesso non ci vado più molto volentieri sono osservata da tutte le finestre. Voglio anche chiarire che i fiori sono sul suolo pubblico e la targa regalata per Ale da un gruppo di amici carissimi ha i permessi , perché gli abitanti del palazzo non hanno voluto che la appendessimo al loro muro. Chiedo per favore di non portare fiori ad Ale piuttosto fate dire una messa , una preghiera. Ho scritto per fare capire che genere di persone esistono”

La tragedia avvenne a settembre 2018. Ale morì a Cisanello, a soli 27 anni. Una tragedia immane, per una famiglia conosciuta e stimata in tutta Viareggio alla cui pasticceria in Passeggiata tutti, di generazione in generazione, hanno fatto colazione o consumato un pranzo. Portato in codice rosso dal Pegaso all’ospedale pisano, dopo l’incidente avvenuto il giorno prima del decesso, all’ora di pranzo, in via Nicola Pisano, quando, mentre era in sella al suo scooter, si era schiantato contro una Toyota Yaris- Alessandro era stato ricoverato nel reparto di Rianimazione del nosocomio pisano. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime, l’impatto era stato violentissimo, ma il ragazzo aveva lottato tra la vita e la morte per ore, attaccato alle macchine, in coma e con l’encefalogramma piatto. Poi il suo cuore aveva cessato di battere, dopo averlo staccato dai macchinari. I genitori, che erano in vacanza in Sicilia, avvisati telefonicamente, erano partiti con il primo volo da Catania a Pisa, con scalo a Roma, attaccati a un filo di speranza, poi il tragico epilogo. Alessandro, un ragazzo tutto casa e lavoro, che si alzava ogni mattina all’alba per andare al lavoro nell’attività di famiglia, bravissimo pasticcere, era infatti amato da tutti quanti lo conoscevano.

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ultimo aggiornamento: 14-01-2020


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