Sicurezza urbana, altri quattro milioni per finanziare 167 progetti comunali

 

Due milioni e mezzo di euro destinati a finanziare 120 progetti di videosorveglianza di altrettante amministrazioni comunali, altri 715 mila euro rivolti a progetti di rigenerazione sociale di quartieri e paesi ‘difficili’ (22 i Comuni interessati) e 635 mila euro indirizzati alla polizia di prossimità, dove dopo la sperimentazione e i contributi di cui hanno già beneficiato l’anno scorso 15 amministrazioni, adesso ne saranno finanziate altre 25.

[In allegato il file pdf con l’elenco dei progetti di videosorveglianza finanziati]

L’assessore alla sicurezza della Toscana, Vittorio Bugli, illustra gli ultimi due bandi sulla sicurezza urbana finanziati dalla Regione, mezz’ora prima di incontrare a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze gli oltre centocinquanta amministratori che dei contributi beneficeranno. A loro fa anche la proposta di andare rapidamente alla firma di un protocollo d’intesa che, riprendendo quanto già contenuto nella proposta di legge sulla sicurezza e polizia locale, serva a costruire una comunità regionale che su questi temi e sull’avanzamento dei progetti stessi, condivida i risultati positivi di eventuali situazioni problematiche. L’obiettivo è quello di definire e strutturare una politica regionale.

“La sicurezza è un po’ un puzzle che necessita di politiche integrate ed è questo il filo rosso che ha guidato l’approccio tenuto per tutta questa legislatura” spiega. “L’abbiamo fatto – illustra – finanziando progetti di videosorveglianza nelle città più grandi e nei piccoli comuni, rinforzando le polizie municipali con ‘vigili di quartiere’ nelle zone più fragili, formando gli agenti, ma anche riqualificando parti di città e provando a ricucire le comunità che vi abitano, rivitalizzando cioè quei luoghi ‘difficili’ e percepiti come insicuri”. Come? Ripensando gli spazi urbani ad esempio, rinsaldando legami di vicinato che si erano allentati, facendo riaprire negozi e fondi c he avevano tirato giù le saracinesche, provando ad aggredire ogni forma di disagio, lavorando insomma sulla prevenzione prima ancora che sulla repressione.

Dei due bandi illustrati oggi, il primo interessava sia la rigenerazione sociale urbana, sia i vigili di quartiere. Sono quarantuno complessivamente le amministrazioni comunali coinvolte, a cui si aggiungono tre unioni di Comuni, per quarantasette diversi progetti. La Regione li finanzia con oltre un milione e mezzo di euro: con le risorse garantite dagli enti gli interventi valgono complessivamente più di due milioni e trecento mila euro.

Il secondo bando ha a che fare invece con telecamere e sistemi di videosorveglianza intelligente per controllare territori e paesi. L’avviso ha prodotto due graduatorie distinte. La prima contempla i progetti presentati da enti che non hanno mai ricevuto in passato finanziamenti  dalla Regione: ventidue le amministrazioni comunali che hanno partecipato, tutte finanziate. La seconda graduatoria è invece quella dei progetti presentati da enti che di contributi per questa finalità hanno già goduto ma vorrebbero potenziare magari i sistemi di videosorveglianza che posseggono: saranno finanziati in 98, altri quarantadue dovranno attendere la disponibilità di ulteriori risorse.  Per tutte e 120 le amministrazioni beneficiarie la Regione ha stanziato due milioni e mezzo di euro (5,6 milioni il valore dell’intervento messo in campo, considerando anche il cofinanziamento degli enti locali). Per finanziare i progetti rimasti fuori servi rebbe poco meno di un altro milione.

“La sicurezza non è solo ordine pubblico” sottolinea l’assessore Vittorio Bugli. E’ la premessa su cui poggiano le politiche messe in campo in questi anni, scaturite da un confronto partecipato con i Comuni e tutti gli attori coinvolti confluito nel Libro Bianco che la Regione ha elaborato assieme ad Anci Toscana: con linee condivise ed azioni suggerite, impegni, progetti pilota da esportare e politiche trasversali lungo tre diverse direttrici, dal controllo del territorio alla riqualificazione urbana fino al presidio sociale, culturale e commerciale. Uno spartito complesso, da suonare a più mani.

Complessivamente dall’inizio della legislatura la Regione ha investito sulla videosorveglianza quasi sei milioni di euro, di cui ha goduto la quasi totalità dei comuni toscani. Su dodici progetti pilota di rivitalizzazione di quartieri ed aree difficili è stato investito un milione e 96 mila euro, a cui se ne aggiungono adesso altri 715 mila con l’avviso che finanzia altri ventidue progetti. Tre milioni dal 2019 al 2021 (9 milioni in tutto) è il contributo sui progetti di polizia di prossimità che interessa quindici comuni, a cui se ne sommano adesso altri 25, più circoscritti, finanziati con 635 mila euro.  La Regione ha sostenuto con oltre un milione e 300 mila euro  anche la formazione dei vigili urbani. In tutto, rimettendo in fila i singoli interventi, dal 2015 si sfiorano i 19 milioni. Ma se si considerasse anche la riorganizzazione urbanistica di spicchi di città, ripensati per essere più accoglient i e dunque anche meno disagiati e percepiti come più sicuri, si dovrebbero aggiungere altri 44 milioni, finanziati con risorse europee e che interessano otto diversi progetti.

Ventidue progetti di rigenerazione sociale urbana, da portare avanti coinvolgendo i cittadini che abitano in quartieri di paesi e città che si stanno dimostrando più fragili di altri. L’idea di partenza è semplice: un luogo più vissuto e frequentato è maggiormente sicuro. Quantomeno si abbassa la percezione di insicurezza. Piazze e quartieri dove al posto di fondi sfitti tornano a fiorire attività commerciali o culturali e dove la gente scende in strada, si incontra e non si chiude in casa sono un deterrente a situazioni di degrado e criminalità. I progetti pilota finanziati l’anno scorso in una dozzina di città hanno dimostrato che la ricetta può funzionare. Così la Regione torna a finanziare queste esperienze, con 7 15 mila euro per ventidue diversi progetti.

A Calcinaia, in provincia di Pisa, l’intervento sulla sicurezza sociale urbana diventa ad esempio l’occasione per migliorare ed aumentare la vitalità degli spazi pubblici e a uso collettivo, con un’attenzione particolare ai giovani e alla frazione di Fornacette: uno strumento per aggredire anche il problema del bullismo e contrastare abbandono scolastico e comportamenti e stili di vita rischiosi e dannosi per il salute che le statistiche registrano in aumento.

Firenze lancia l’idea di ‘presidi positivi’ con quattro interventi di rigenerazione sociale urbana per altrettanti luoghi e quartieri della città. L’obiettivo è restituire alcune delle aree più vulnerabili della città alla fruizione attiva da parte dei cittadini, riducendo di conseguenza il rischio che si manifestino fenomeni criminali.

I progetti riguardano: l’apertura di uno spazio chill out di relax in Santo Spirito-Oltrarno, dove poter sostare e affrontare il ritorno a casa dopo una serata nella quale si è bevuto alcol, con il conforto di bevande analcoliche, di tè, tisane e una colazione rigenerante; la creazione del Comitato “Rocca sport” nel quartiere di Rocca Tedalda, che avrà il compito di gestire il progetto e promuovere le attività sportive e socializzanti nel quartiere; la promozione di iniziative ed eventi che vedano la partecipazione attiva dei ragazzi alla vita del quartiere dell’Isolotto, includendo il prendersi cura degli spazi in cui amano ritrovarsi (l’Isolotto vecchio) e, nel Quartiere 5, l’incentivo a forme di aggregazione informale con educatori di strada e animazioni di comunità progettate con residenti.

A San Casciano in Val di Pesa, comune del Chianti fiorentino, c’è a ridosso del centro storico del capoluogo un parcheggio coperto su più piani, costruito assieme ad abitazioni dove un tempo sorgevano le Officine grafiche Stianti, da anni dismesse e degradate. L’area è stata riqualificata, ma il parcheggio da trecento posti è raramente occupato per più di un terzo della capienza. E’ percepito come insicuro, in particolare i lunghi corridoi per accedere all’ascensore e alle scale che conducono al centro storico. Il Comune propone così “Open Stianti”, un progetto di attività di animazione e l’organizzazione di una serie di eventi, assieme a cittadini e giovani, con l’obiettivo di far diminuire atti vandalici e senso di abbandono.

L’amministrazione comunale di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, punta al rilancio tra l’altro dei vecchi mestieri, come la lavorazione della pelle, del ferro e del legno, ma anche il ricamo e la sartoria, per ripopolare le zone da dove cittadini e negozianti stanno fuggendo.

A Sesto Fiorentino (Fi) il Comune vuole intervenire su Quinto Basso, zona già oggetto di un progetto di polizia di prossimità, area di grandi condomini sorti tra gli anni Sessanta e Settanta, la linea ferroviaria a sud e torrente Termine ad est. La ricetta è simile a quella messa in campo da altre amministrazioni: ovvero puntare sui giovani, scoprirne ‘talenti’ nascosti e coinvolgerli nell’organizzazione di attività culturali e laboratoriali.

Il comune di Calenzano (Fi) ha deciso di concentrare le propria attenzione sul quartiere di Dietro Poggio, con un progetto di animazione sociale e integrazione tra associazioni di anziani e ospiti extracomunitari della residenza “don Marco Brogi”.

A Capannori (Lu) ci sono due aree verdi nel centro del capoluogo poco frequentate e in condizioni di abbandono e degrado. L’area è quella del Bioparco, via Comunale del Popolo e il retro del palazzo comunale e si punta alla loro rigenerazione attraverso la partecipazione attiva di associazioni e cittadini, in particolare dei più giovani, in modo meno sporadico e più strutturato di quanto è accaduto, con iniziative spontanee, fino ad oggi.

Carrara (Ms) vive nel suo centro storico il disagio comune a molte altre città, dove i negozi chiudono, gli abitanti si trasferiscono altrove e il degrado cresce. Il Comune prova a rispondere puntando a tirare su le saracinesche dei fondi sfitti ed ad organizzare iniziative culturali e visite guidate al patrimonio artistico della città. Una città più vissuta è infatti sempre percepita come più sicura.

Troppi fondi sfitti anche a Perignano, frazione del comune di Casciana Terme Lari. L’obiettivo è ‘popolarli’ di giovani imprenditori, artisti e creativi, con la collaborazione anche delle associazioni di categoria.

Simile la situazione di Chiesina Uzzanese (Pt), dove il Comune vuole ridisegnare uno spicchio di centro storico con la partecipazione dei cittadini, ovvero piazza Vittorio Emanuele e le vie limitrofe, da render più funzionali alle attività commerciali. L’idea è anche quella di coinvolgere i giovani nella realizzazione di opera artistiche da ospitare nelle arre del paese a rischio.

Anche a Colle Val d’Elsa (Si) hanno lo stesso problema e si vuole creare un laboratorio di sperimentazione di nuove pratiche per frenare il processo di svuotamento del centro storico.

A Castelfiorentino (Fi) si punta ad animare le vie che dalla stazione ferroviaria e dei bus arrivano fino alle scuole primaria e secondaria del paese, ovvero via Ridolfi, ponte di via Benozzo Gozzoli, viale Duca d’Aosta, percorse ogni giorno da numerosi ragazzi.

Empoli (Fi) ha un problema con piazza Matteotti e le adiacenze di nuovo della stazione dei treni, dove si segnalano reati di spaccio, prostituzione, bivacchi. Propone animazioni di strada, interviste e incontri con i cittadini per sviluppare insieme politiche per la sicurezza, iniziative artistiche e culturali ma anche l’utilizzo di spazi e immobili oggi vuoti per riempirli di nuove funzioni.

A Follonica (Gr) il progetto interesserà l’area ex Ilva, ovvero quello spicchio nel centro della città dove già hanno trovato casa la biblioteca comunale, il museo Magma, la scuola media e il teatro. L’idea è dar vita ad un luogo che si presti ad accogliere le idee e la creatività dei giovani.

A Gavoranno (Gr), in particolare per la frazione di Bagno, si pensa a contributi a sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e commerciali e laboratori di teatro in strada.

Signa (Fi) punta l’attenzione sul quartiere del Crocifisso e sui giovani che vi abitano, per dar vita assieme a loro ad iniziative culturali e sociali capaci di far vivere vie e piazze.

Livorno ha scelto il quartiere Garibaldi, già al centro due anni fa del progetto pilota di rianimazione sociale finanziato dalla Regione, e il quartiere Shangai, il primo in centro e il secondo in periferia, storicamente segnato da fenomeni di devianza e marginalità.

A Montopoli (Pi) si propongono azioni sui giovani fino a venti anni ed eventi per animare gli spazi pubblici, da ripetersi tutto l ‘anno, al “Bosco dei Frati”, vicino alla stazione dei treni.

Al quartiere della stazione pensano anche a Pontedera (Pi). Gli obiettivi del progetto sono riqualificare il tessuto urbano e sociale e migliorare le condizioni di vita e di benessere. C’è anche l’idea di dar vita ad uno spazio di coworking per giovani professionisti.

Prato punta sul Soccorso, periferia urbana alle porte del centro storico che si sviluppa attorno all’omonima chiesa. Per rianimarlo si pensa ad attività creative e culturali per tutto il 2020. Un luogo da rigenerare e rendere di nuovo fruibile è sicuramente il parco posto tra la scuola Collodi e la tangenziale.

Rosignano Marittimo (Li) lancia un sos per l’area delle Cinque Strade, con l’obiettivo di avviare un progetto integrato e partecipato con cittadini, associazioni e operatori economici e con il supporto delle associazioni di categoria.

Infine, San Giuliano Terme (Pi). Il Comune ha proposto un progetto che interessa la frazione di Ghezzano e il parco pubblico Luciano Pratali, dove sono cresciuti negli ultimi tempi gli atti vandalici. L’obiettivo è innescare un processo di partecipazione di quei luoghi da parte dei residenti.

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