Giovedì  13 Febbraio si è svolto presso il presidio Centro Salute Mentale di Pietrasanta, in via S. Agostino, un incontro conoscitivo  e organizzativo  sulle attività rivolte a persone affette dai Disturbi dello Spettro Autistico.  All’incontro hanno preso parte Monia Battistini, che presiede l’Associazione Semplicemente Genitori, Ada Colapaoli, dell’Associazione X fragile”e altri dodici genitori.

Il dottor Gabriele Massei, dell’ UOC Psichiatria, che si occupa di questo specifico settore nell’adulto, ha introdotto il tema. In effetti nella nostra zona è frequente venire a contatto con adulti, affetti da disturbi dello spettro autistico, che non sono stati diagnosticati, presi in carico, seguiti con programmi specifici con il  pieno coinvolgimento della famiglia.

Con “Disturbi dello spettro dell’autismo” secondo la concezione dimensionale, vengono definiti comportamenti, che si estendono senza soluzione di continuità tra normalità e malattia. Quando sono intensi e frequenti non consentono di adattarsi al contesto, di sviluppare le risorse cognitive, di acquisire e di mantenere le relazioni sociali. Sono soggetti con una compromissione delle funzioni sociali e comunicative, con interessi ristretti e comportamenti stereotipati. La disabilità intellettiva è presente in circa il 30% dei soggetti. La presenza di sintomi associati, tra cui instabilità motoria e attentiva, e di altri disturbi del comportamento, ipersensibilità ai suoni ed elevata soglia del dolore, contribuiscono all’ampia eterogeneità clinica.

L’Amministrazione Comunale di Pietrasanta è molto presente in questo ambito: dall’attivazione di uno sportello (ogni giovedì, dalle 9.30 alle 11.30, al piano terra del Municipio) al sostegno alle iniziative dell’Associazione Semplicemente Genitori, come il finanziamento delle terapie ABA di tre bambini autistici. Inoltre sono state coinvolte le scuole, con l’adesione al Blue Day, della scuola Bibolotti di Tonfano per la giornata mondiale dell’Autismo.

Il prof. Mario Di Fiorino ha auspicato che sia possibile garantire sempre più le terapie lungo tutto l’arco di vita. Quando le persone non vengono trattate, sia farmacologicamente che con tecniche comportamentali (come il trattamento ABA), aumenta il rischio del ritiro sociale nell’età adulta. “E’ necessario che il servizio pubblico non deleghi il compito di trattare questi disturbi, che necessitano di approcci fortemente integrati fra interventi di tipo socio-assistenziale, psico-educativi e sanitari, come. i trattamenti logopedici e di psicomotricità e gli interventi di educativa territoriale e scolastica, svolti  dalle Amministrazioni Comunali”

Laddove vengono assicurati in adolescenza questi approcci, si favorisce anche la partecipazione, l’inserimento sociale e l’autonomia personale, con conseguente riduzione, nell’età adulta, della necessità di programmi di assistenza e del carico familiare.

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