Applicare i protocolli per il telelavoro nella pubblica amministrazione? Quasi impossibile almeno nella nostra Versilia.
Sistemi e strumenti obsoleti, uffici CED sguarniti o scarsamente presidiati e la poca attenzione degli amministratori ad un settore che nell’ultimo decennio sarebbe dovuto essere strategico e fondamentale per snellire le pratiche e agevolare il lavoro ai dipendenti pubblici e garantire un miglior servizio alla cittadinanza.

Le stesse banche dati, i documenti e i programmi che utilizzano in alcuni comuni non sono interconnessi ne tra di loro ne tantomeno tra i comuni creando non poche difficoltà allo svolgimento delle attività non solo di programmazione e controllo, ma anche di quelle quotidiane. Soprattutto non sono in cloud.

Le comunicazioni tra uffici e colleghi, molto spesso sono affidate a gruppi whatsapp su numeri personali e non a canali ufficiali. Gli strumenti di lavoro non sono collegati tra di loro e a volte invece di snellire le procedure le complicano. Anche nel caso eccezionale dell’emergenza che stiamo vivendo, solo organizzare una video conferenza, ha la stessa difficoltà di scalare l’Everest!

Anche il pagamento on line di sanzioni e servizi alla persona è molto difficoltoso soprattutto in alcuni comuni della Versilia.
L’unico settore che si è aggiornato costantemente negli anni è quello della comunicazione. Sito, facebook, twitter, aree dove i politici e gli amministratori hanno investito perché vedono il vantaggio della visibilità.

Non esistono protocolli standard, non esiste un protocollo con una lista di programmi comuni approvati dal ministero e dalla regione da utilizzare in tutte quelle situazioni che per un’azienda privata sono la quotidianità.
Abbiamo apprezzato molto i video che registrano i sindaci per informare i cittadini sull’epidemia che sta colpendo l’Italia, video in molti casi impossibili da effettuare da un computer presente nel loro Comune.

Eppure gli strumenti ci sono, molti addirittura gratuiti o dal costo di pochi spiccioli ma spesso ci si affida alle conoscenze dei singoli invece che attenersi a liste di strumenti verificati e per tutti uguali.
Lavorare da casa non significa essere reperibili per telefono o scrivere pareri e/o documenti intervallandoli con le faccende domestiche, ma duplicare in un ufficio casalingo il 100% dell’operatività che si ha presso il proprio ufficio.

I computer presenti nelle PA locali sono di vecchia generazione e spesso non compatibili con le tecnologie moderne, pochissime le webcam e i microfoni presenti e strumenti di lavoro obsoleti nessun sistema di chat interna.
Insomma, il quadro non è dei migliori e l’impossibilità di essere operativi anche da casa proprie è conclamata.

 

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