Milioni di fiori e piante in vaso invendute. Per il sistema fiori viareggino, e nazionale, è il più grave della sua storia. Milioni di tulipani, ranuncoli, steli di fresia, ortensie ed altre piante e fiori “tipici” del distretto floricolo versiliese saranno distrutte nei prossimi giorni per un ammanco economico impossibile ancora da quantificare. Si parla di decine di milioni di euro di danni dovute alla mancata vendita e ai danni collaterali provocati dal blocco totale del mercato a causa dell’emergenza sanitaria. Milioni di esemplari, giunti a maturazione, stoccati e pronti per il mercato, settimane di lavoro ed investimenti e programmazione non produrranno nessun risultato economico.

Fiori e piante sono prodotti deperibili e per questa ragione dovranno essere distrutti e smaltiti. Come? Lo chiarisce Coldiretti, la prima a denunciare, settimane fa, il rischio crack del settore e tentare un rilancio sui consumi con iniziative nei mercati di Campagna Amica proprio alla vigilia dei decreti #iorestoacasa. “E’ importante – spiega Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Lucca – seguire le indicazioni per rendicontare la distruzione del materiale floreale. Prima di procedere alla distruzione invitiamo le aziende a contattare i nostri uffici così da attivare l’iter giusto per non incorrere in errori e procedere alla richiesta degli indennizzi”.

Con la scusa del Coronavirus le esportazioni di fiori toscani sono state ingiustamente bloccate alle frontiere con motivazioni pretestuose e grave danno per le imprese tricolori mentre si moltiplicano i casi di carichi di prodotti florovivaistici fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis. Il coronavirus – ricorda Coldiretti – non si trasmette, infatti, con le piante e non c’è dunque alcun rischio nella loro immissione sul mercato. “Purtroppo – analizza ancora Fantini – non nutriamo grandi aspettative nemmeno per la domenica delle palme. Sta andando in fumo il 75% del fatturato annuale del settore che si concretizza in questi mesi. Siamo al dramma”.

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