Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.  Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 103.616 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 159.516 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 31.935 in Lombardia, 13.818 in Emilia-Romagna, 12.765 in Piemonte, 10.766 in Veneto, 6.257 in Toscana, 3.365 in Liguria, 3.080 nelle Marche, 3.920 nel Lazio,  3.062 in Campania, 2.080 nella Provincia autonoma di Trento, 2.512 in Puglia, 1.307 in Friuli Venezia Giulia,  2.050 in Sicilia, 1.778 in Abruzzo, 1.537 nella Provincia autonoma di Bolzano, 625 in Umbria, 914 in Sardegna, 791 in Calabria, 582 in Valle d’Aosta, 270 in Basilicata e 202 in Molise.

Sono 35.435 le persone guarite. I deceduti sono 20.465, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

Calano ancora, per il decimo giorno consecutivo, i ricoveri in terapia intensiva. Sono 3.260 i pazienti nei reparti, 83 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.143 sono in Lombardia, 33 in meno rispetto a ieri. Dei 103.616 malati complessivi, 28.023 sono ricoverati con sintomi, 176 in più rispetto a ieri, e 72.333 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Sono complessivamente 103.616 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento di 1.363 rispetto a ieri, quando l’incremento era stato di 1.984. Sono 35.435 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.224 più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 1.677. Sono 20.465 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 566. Ieri l’aumento era stato di 431.

IL PUNTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Siamo ancora in fase uno”  E’ la precisazione di Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di sanità -non c’è dubbio. Segnali positivi ci sono ma il numero dei morti è ancora elevato perché è da attribuire a contagi precedenti. I numeri diminuiscono lentamente perché si riferiscono ai contagi”.  Il tempo che passa tra il momento del contagio e il momento della notifica dei dati, cioè oggi, può essere anche di 20 giorni, per cui se si legge che ‘oggi ci sono 300 nuovi contagi’, sono in realtà nuovi casi, quindi che hanno acquisito le infezioni 20 giorni fa”, ha aggiunto Rezza. E ha concluso: “Quello che si vede oggi è qualcosa che in termini di contagi è attribuibile a giorni fa, questo è importante per capire bene il senso dei dati”. Per quanto riguarda la ripresa del campionato di calcio, Rezza non darebbe un parere tecnico favorevole e ha sottolineato che crede “che il Comitato tecnico scientifico sia d’accordo. Poi sarà la politica a decidere. “Non arriveremo a contagi zero – ha detto ancora Giovanni Rezza  – Il virus non stopperà purtroppo la sua circolazione. A Wuhan ci sono riusciti prendendo misure incredibili – spiega – ma ora hanno un effetto ritorno. Da noi c’è una tendenza alla diminuzione. Però il virus continuerà a circolare e dovremmo mettere toppe in continuazione”

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ultimo aggiornamento: 13-04-2020


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