“Avrei preferito mille volte la motivazione di una protesta nei confronti della mia amministrazione al dispiacere profondo di ricevere le chiavi di tante attività della filiera commerciale e turistica della nostra città. Più il tempo passa e più per alberghi, negozi, pizzerie, bar, pub, stabilimenti balneari e per tutte le imprese ancora chiuse sarà complicato ripartire. La metà delle imprese rischia di non riaprire più e per una città come la nostra, che vive di turismo e commercio, sarebbe un disastro senza precedenti. La pandemia sanitaria si sta trasformando in pandemia sociale”: così il sindaco, Alberto Stefano Giovannetti ha accolto sotto il Municipio la composta e silenziosa delegazione di imprenditori che nel rispetto rigoroso del distanziamento sociale ha consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività. Anche Pietrasanta, capitale dell’arte e della lavorazione artistica ma anche della ristorazione con tantissime attività, ha aderito all’iniziativa “Risorgiamo Italia” partita dal “Movimento Imprese Ospedalità”.

 

In una lettera, che ha accompagnato la consegna delle chiavi, gli imprenditori hanno chiesto al primo cittadino della Piccola Atene di farsi portavoce nei confronti del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le imprese, ed è questo il messaggio più forte, non hanno chiesto di riaprire a tutti i costi: “riaprire – dicono rispettando le regole sanitarie e di distanziamento sociale di cui si sente parlare significa ridurre drammaticamente gli incassi ed aumentare i costi. E’ il preludio al fallimento. Aprire in queste condizioni vuol dire morire. Desideriamo lavorare ma in alcuni locali con le nuove regole non entrerebbero più di tre o quattro persone ed in queste condizioni non siamo in grado di mantenere fede agli impegni con i nostri dipendenti. Il governo deve farsi carico di questa situazione, aiutarci a sopportare i costi fissi con i contributi a fondo perduto per preservare le imprese – proseguono – ed un settore strategico per l’economia italiana in modo che, quando saremo in grado di ripartire, nessuno sarà costretto a chiudere”.

 

Nemmeno le mascherine hanno potuto “nascondere” lo stato d’animo degli imprenditori e di molti dei loro dipendenti, l’altra faccia di una medaglia che nella sola realtà di Pietrasanta significa centinaia di famiglie. “Il comune non ha il potere di far riaprire le imprese. Al tavolo della task force che stabilirà le regole dovrebbero sedere ristoratori, artigiani, commercianti e chi vive tutti i giorni l’impresa con le sue tante sfumature e difficoltà. Dovrebbero essere loro ad indicare la strada più sicura e possibile soprattutto, per riaprire in sicurezza senza costringerli a costi insostenibili per adeguare i locali di realtà che spesso hanno 2, 3, 5 dipendenti. I top manager saranno anche bravissimi a gestire le grandi imprese ma qui parliamo di piccole realtà imprenditoriali, spesso familiari, e con spazi molto ridotti. Non tutti saranno in grado e nelle possibilità di riaprire se le condizioni sono quelle che si stanno profilando. Devono essere aiutati. Ma sul serio. Come amministrazione – ha ricordato – stiamo costruendo, con il contributo dei gruppi di maggioranza, ad un pacchetto di misure sostenibili per un comune oltre alla Cosap e alla Tari entrambe sospese. Le sole risorse comunali, nonostante un bilancio solido, non saranno sufficienti per sostenere tutto il peso dei costi e dei mancati guadagni delle imprese. Lo deve fare lo Stato perché se l’Italia è una nazione grande, come io sono convinto che lo sia, non può girarsi dall’altra parte. Scriverò, come mi avete chiesto, al Presidente Conte, e metterò in copia il Governatore Enrico Rossi, il Prefetto di Lucca ed Anci. Le vostre richieste sono le richieste della città”.

 

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