Contagiato dal Coronavirus, senza saperlo, guarito e donatore di plasma. E’ il primo caso a Viareggio quello del dottor Gabriele Gori, noto dentista, titolare dello studio Dualix in piazza D’Azeglio, e Versilia Today ha deciso di intervistarlo per far conoscere la sua “storia”.
Lei si e’ ammalato di Covid 19:  quando, e quali sintomi ha avuto?
In realtà non sono sicuro di come e quando. Ho avuto dei sintomi,  per me riconducibili ad una normale influenza o al riacutizzarsi di una pregressa sinusite importante che quest’anno mi ha veramente messo sotto pressione e mi ha costretto a cure ripetute e prolungate. Proprio la paura della ripartenza della sinusite mi ha portato ad assumere da subito corticosteroidi, antibiotici ed antinfiammatori (con una funzione antipiretica), gli stessi prescritti dal mio otorino di riferimento (la Dr.ssa Elisa di Nelli dell’Ospedale Versilia che saluto) per la cura della sinusite e della faringite sei mesi precedenti.  Si parla comunque dei primi 15 giorni di febbraio – più o meno -, quindi ben prima del primo caso di Codogno. In un periodo non sospetto in cui non si parlava ancora molto di coronavirus ed in cui la mia testa nemmeno ci ha pensato. Sempre che sia stato quello l’episodio incriminato. Una forte tosse concludeva il quadro. Il tutto è comunque durato 4-5 giorni, attenuato dalla terapia farmacologica. Nelle settimane seguenti ho avuto una forte disgeusia ed anosmia (perdita di gusto ed olfatto), sintomi che ormai sono stati universalmente correlati al Covid-19 nella maggioranza dei casi.
Ha scoperto di essere stato contagiato dallo screening sierologico…  Se lo immaginava?
Ma… non proprio. Avevo acquistato dei test rapidi alla Farmacia Novelli di Ponte San Pietro a Lucca, che ringrazio,
più per sfizio che per altro, ne ho fatti 5 di fila,  dei quali 4 mi davano risultati dubbi. Il giorno dopo ho subito preso appuntamento per eseguire l’ esame sierologico da prelievo venoso e mi sono auto isolato (eravamo già comunque in pieno lockdown e mi è risultato facile). Subito il giorno dopo il risultato: IGm Negativo  e IgG Positivo Quindi malattia pregressa ed anticorpi sviluppati.
Cosa ha fatto dopo aver scoperto di essere “immune” al Covid 19?
Sono corso a casa ed ho subito chiamato il dipartimento di Igiene e Prevenzione autodenunciando la mia situazione aiutato dal mio grande medico di famiglia (il dottor Raffaele La Piano). Ovviamente mi hanno notificato la quarantena domiciliare con il divieto assoluto di uscire di casa per nessun motivo. Ringrazio la solerzia e la gentilezza dei medici che ho incontrato che mi hanno fatto fare subito dopo due giorni il  primo tampone e dopo poco il secondo (qualche giorno per gli esiti, visto l’enorme sovraccarico del servizio sanitario nazionale, più che capibile): entrambi con esito negativo. Ho quindi ricevuto il via libera per interrompere la quarantena forzata in quanto non infettante verso gli altri.
E nella sua famiglia e allo studio medico?
I miei familiari non hanno presentato sintomi e sono comunque rimasti pure loro in quarantena con me come da indicazioni del dipartimento di Igiene (non è stato necessario allontanarmi da loro visto che era più di un mese che vivevamo sotto lo stesso tetto e senza precauzioni di distanziamento tra noi e quindi ormai…). Mia moglie Federica è risultata negativa a cinque test rapidi, per ora quindi sto tranquillo. Effettueremo comunque anche a lei ed ai miei figli gli esami sierologici appena possibile ma più per sfizio che per altro ormai. Penso che la mia carica virale sia stata bassissima e poco durevole nel tempo, tanto da non farmi infettare nessuno (non ho avuto notizie di nessuno oltre alla mia famiglia, anche se non potevo saperlo), inoltre in studio sono sempre stato protetto da DPI durante tutta la permanenza in ambulatorio: siamo maniacali sia nelle procedure di disinfezione delle superfici che degli strumenti. Per non parlare di noi stessi, sempre super protetti. I nostri interventi di routine erano già anche prima di questa pandemia abbondantemente sopra i protocolli richiesto ad oggi. Gli interventi chirurgici effettuati in ambulatorio sono da sempre effettuati in regime di assoluta sterilità , al pari di una sala operatoria tradizionale, quindi sono contento che i miei pazienti da sempre sono protetti non solo da un virus come il Coronavirus ma anche da malattie ben peggiori e con trasmissioni diverse (Hiv,Hcv…).
Dopo il test sierologico si è sottoposto ad ulteriori esami a Cisanello: il plasma dei guariti potrebbe rivelarsi utile in questa fase della pandemia in cui non ci sono farmaci ancora completamente efficaci contro la COVID-19, né vaccini: ha  pensato di proporsi come donatore?
Certo!Ho già effettuato i primi esami proprio a Cisanello (Ringrazio la dottoressa Irene Bianco per la disponibilità e la professionalità) e sono in lista per la donazione del Plasma.
Le hanno parlato della reale efficacia della cura a base di plasma,  ha testimonianze di persone che sono guarite con questa terapia?
Personalmente no, non ho testimonianze dirette, sono però informato come tutti dei grandi risultati che si stanno ottenendo con questa tecnica.
Sa cosa è la donazione del plasma e in cosa si differenzia da una normale donazione del sangue?
Per quanto riguarda il donatore, c’è differenza tra il prelievo di sangue intero e prelievo di plasma. Il prelievo di plasma infatti richiede un tempo maggiore, circa 40 minuti, in quanto è diviso in più fasi. La prima fase è quella di prelievo vero e proprio; c’è poi la fase di centrifugazione per la separazione delle due frazioni del sangue e infine la fase di reimmissione nel circolo sanguigno della componente corpuscolata. Il volume di plasma che viene prelevato arriva a 500 ml; questo volume viene immediatamente reintegrato nel donatore attraverso l’assunzione di liquidi prima e dopo il prelievo, il che rende la donazione di plasma assolutamente sicura per la salute di chi vi si sottopone.
La selezione dei pazienti  donatori prevede un lavoro certosino, con una serie di esami per assicurare la sicurezza del plasma. Come medico si sente di affermare che donare il  plasma è sicuro  per i riceventi ?
Assolutamente si!I nostri straordinari medici di certo non metterebbero a rischio i pazienti!  Il  sangue dei donatori viene prelevato e poi trattato per isolare il plasma dal resto, e assicurarsi di renderlo sicuro inattivando le sostanze che potrebbero rivelarsi dannose per il ricevente. Mi hanno spiegato che in media per ogni sacca di sangue prelevata si riescono a trattare due pazienti, ma molto dipende dalla carica complessiva degli anticorpi presenti nel plasma e dalle condizioni dei malati che vengono trattati.
Come avviene la selezione per essere donatore  a chi eventualmente bisogna rivolgersi?
E’ una domanda a cui non so rispondere in maniera precisa: io mi sono rivolto direttamente a Cisanello ed hanno fatto tutto loro, di sicuro chiamando loro o le associazioni dedicate sapranno come indirizzare tutti i donatori volontari. Non ci dimentichiamo che proprio grazie agli straordinari donatori di sangue moltissimi pazienti continuano a vivere…
Tutti i pazienti che hanno avuto  Covid possono donare  il plasma?
Altra domanda troppo specifica per un umile dentista! So che ad esempio i pazienti che sono stati intubati devono far trascorrere più tempo prima di iniziare la donazione…poi ovviamente ci sono pazienti che hanno altre patologie che la controindicano,ma diventa un campo specifico in cui uno specialista risponderà meglio di me in una prossima intervista!
Da medico quale è, quali sono  le raccomandazioni che si sente di dare visto che in prima persona ha testimonianza del contagio ?
Sicuramente di rispettare le distanze di sicurezza indicate,l’utilizzo dei Dpi per tutti ed il lavaggio delle mani! Non abbassiamo la guardia e continuiamo a proteggerci per sconfiggere questa brutta bestia!
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