“Sono innocente”, il grido di Antonio Logli dal carcere di Massa: si va verso la revisione del processo e il ricorso alla Corte Europea

“Sono innocente”. Lo grida dal carcere di Massa, dove è detenuto dopo la condanna definitiva per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa, Antonio Logli: “Sono completamente estraneo alla sparizione di Roberta che manca ogni giorno sia a me che ai miei figli”, scrive in una lettera annunciando, poi, di essersi rivolto alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Il legale, avvocato Enrico Di Martino, con la criminolga Anna Vagli, stanno lavorando su nuovi punti investigativi, per richiedere la revisione del processo.
La sentenza di Cassazione risale alla scorsa estate. Era il luglio 2019 quando i giudici chiusero il caso sulla scomparsa di Roberta Ragusa, l’imprenditrice pisana, sparita nel nulla dalla sua casa di Gello la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Dopo due sentenze di primo e secondo grado, la suprema corte, dopo oltre 6 ore di camera di consiglio aveva confermato la condanna a 20 anni per Antonio Logli.

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