“Ci sono ferite, squarci nell’anima, che non si richiudono né si richiuderanno mai e che ogni anno si rinnovano ogni giorno, nel ricordo. La Memoria di coloro che non ci sono più, e che sono scomparsi soltanto perché stavano nelle proprie case, è il tratto più doloroso e atroce del percorso che – quest’anno, virtualmente – facciamo insieme alle famiglie delle vittime della Strage ferroviaria di Viareggio. Dopo 11 anni, il tema della sicurezza è ancora al centro delle riflessioni che si impongono allo Stato: quello stesso Stato che possiede le azioni di RFI e che si è preoccupato di non confermare la figura del capostazione nella stazione di Viareggio, dimostrando ancora una volta un serio distacco dalla realtà della vita quotidiana di coloro che dovrebbe preoccuparsi di proteggere”.

Lo scrive il sindaco di Camaiore Del Dotto:

“Non si fanno risparmi sulla sicurezza: guai! E al centro delle riflessioni c’è ancora il tema delle regole date alla Giustizia, perché la verità dei fatti non sia declassata dal passare del tempo: l’obbligo di far luce è morale prima che tecnico ed è preciso obbligo dello Stato garantire certezza del diritto e delle pene. Guardo con rispetto, con partecipazione e con dolore alle famiglie che ogni giorno – pur in tempi di COVID-19 e relativi divieti – rappresentano tutti coloro che, come me, si aspettano uno Stato che sia padre e non patrigno, fatto da politici e tecnici consapevoli che la sicurezza della vita delle persone passa da un necessario sistema di controlli e da un indispensabile ordinamento di regole, anche penali, efficaci e serie. La Versilia tutta si stringe attorno ai suoi figli e alle famiglie, delle quali oggi si rinnova lo strazio in ognuno degli striduli fischi dei treni in transito nel silenzio di un dolore che non ha più lacrime ma che ha voce e voglia di lottare ancora”.

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