“Ma quando mai Pahor è stato negazionista delle foibe? – interviene la vice presidente ed assessore alla cultura della Toscana, Monica Barni – Mi sembra che la polemica costruita dai deputati Mugnai e Mazzetti e il consigliere Cellai sia strumentale e soprattutto inutile, come tante altre”.

Il caso è quello dell’onorificenza di Cavaliere della Gran Croce della Repubblica Italiana che lo scorso 13 luglio è stato concesso allo scrittore triestino di lingua slovena, 107 anni tra poco più di un mese, Boris Pahor.

“Pahor è un personaggio inattaccabile – sottolinea Barni – , che rappresenta proprio la complessità stratificata in quei territori e nella loro storia. È stato prima vittima della violenza dai nazisti e, dopo la guerra, dissidente e simbolo dell’opposizione alla Repubblica socialista di Jugoslavia, per la severa denuncia degli eccidi dell’esercito jugoslavo nell’immediato dopoguerra”. “Mi spiace – aggiunge – che gli esponenti forzisti, tutti toscani, non abbiano partecipato ai percorsi di formazione e istruzione che abbiamo costruito per gli insegnanti e per gli studenti e che hanno visto la partecipazione anche delle comunità degli esuli, proprio per raccontare quel difficile confine e la sua complessità”.

La seconda edizione del viaggio lungo il confine ‘difficile’ tra Italia ed ex Jugoglavia si è svolta lo scorso febbraio, poco prima della sospensione delle attività didattiche in presenza e del lockdown: cinquanta gli studenti e venticinque gli insegnanti da tutta la Toscana coinvolti. (leggi qui il racconto di Toscana Notizie: https://www.toscana-notizie.it/-/viaggio-sul-confine-difficile-gli-studenti-a-fiume-con-gli-italiani-della-città)

“Invito fin da ora i parlamentari a partecipare alla prossima edizione – conclude Barni – e da subito a consultare il sito che raccoglie quell’esperienza, sul sito dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea. Che approfondiscano prima di lanciare inutili polemiche”.

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