“In un video su Facebook del 21 Luglio scorso, il Sindaco pro tempore ha voluto spiegare i motivi per i quali Viareggio non ha più la sua piscina comunale. Una struttura pubblica che ha fornito in passato un importante servizio alla cittadinanza, ed é stata la sede per importanti manifestazioni agonistiche a lustro della nostra città ed a beneficio del turismo”.

Lo scrive in una nota la candidata sindaca di destra Barbara Paci:

“L’inizio di questa triste vicenda, come tante altre simili, nasce dalla sciagurata decisione di costituire una sorta di società di gestione -la famigerata Viareggio Patrimonio S.r.l.- ereditata dai suoi “sinistri” predecessori. Dopo l’inevitabile indebitamento e la successiva insolvenza di Viareggio Patrimonio, il Comune si è completamente disinteressato delle sorti delle nostre strutture sportive e tutto è culminato nel fallimento e nella vendita forzata che ha deprivato Viareggio della piscina comunale.

Il Sindaco uscente, dà spiegazioni “ai soliti noti”, cosi’ lui definisce coloro che noi invece riteniamo essere quelli a cui un Sindaco deve spiegazioni, vale a dire i cittadini di Viareggio. In fondo, ci viene detto che la colpa è del Tribunale che ha venduto la piscina all’asta. Ma il diavolo sta nei particolari: il Comune era socio della Viareggio Patrimonio. La società é fallita e il fallimento ha impoverito la città intera. Quando una società privata fallisce i soci ne pagano le conseguenze e le abbiamo viste, solo che ci sono andati di mezzo gli interessi dei cittadini di Viareggio(niente piscina).

Mi pongo quindi alcune domande relative alla dichiarazione del Sindaco uscente:

1) Perché nessuno fece opposizione al decreto ingiuntivo della Ninfea, facendolo divenire definitivo, nonostante si trattasse di una somma tutto sommato modesta?

2) Perché a nessuno venne in mente di trattare con i creditori o di servirsi del procedimento di sovraindebitamento (Legge 27.01.2012 n.3) prima dell’istanza di fallimento?

3) Perché nessuno si costituì in giudizio per contrastare l’istanza di fallimento, ovvero per richiedere un concordato preventivo, oppure, dopo la dichiarazione di fallimento, un concordato fallimentare?

Ma ho infine un altro quesito ben più importante: quanto un Sindaco, come persona, si é posto il problema e si é impegnato da primo cittadino per risolvere questo “enigma” contabile e ridare a Viareggio una piscina pubblica dove insegnare nuoto ai ragazzi, fare gare nazionali ed internazionali creando anche un indotto turistico? Quale impegno morale e fattuale ha sentito di dover infondere in un tema come questo, salvare una, dico solo una piscina comunale?

Non mi aspetto solo giustificazioni contabili ma piuttosto un deciso indirizzo politico-morale, un richiamo fermo alle necessità di servizio che un Comune deve offrire ai suoi cittadini e non solo giustificazioni. Un sindaco si sarebbe dovuto “arrabbiare ed impegnare” perché non c’era più una piscina comunale a disposizione dei suoi concittadini e non accettare supinamente lo scorrere degli eventi sino ad una tragica morte, come quella di molti altri esempi.

Sarà forse per questo approccio solo contabile ad ogni problema che si e perso o meglio mai si é avuto un contatto con i concittadini?”

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