Il primario di Psichiatria dell’ospedale “Versilia”, professor Mario Di Fiorino, scende in politica e lo fa candidandosi alle prossime regionali con Susanna Ceccardi (Lega) nella lista “Toscana civica per il cambiamento”:

Il prof, stimato psichiatra, spesso consulente in grossi processi penali, fortemarmino doc, solo pochi giorni fa fu al centro di un richiamo da parte della Asl a causa di un post su FB in tema di Covid 19, dove lamentava la lunga attesa dei tamponi durante l’emergenza sanitaria e, proprio per questo suo doversi presentare, e difendere, dinanzi al consiglio di disciplina ebbe il sostegno di Matteo Salvini e della destra, oltre che quello dei sindacati.

“Sono primario di Psichiatria della Versilia, e sono stato deferito dalla ASL al Consiglio di disciplina, perché, in piena pandemia Covid, dopo il contagio di un medico e di un OSS della Psichiatria, avevo chiesto che l’ospedale Versilia fosse dotato del macchinario per i tamponi. Venivano inviati a Livorno, con dei tempi di risposta fino a 18 e 30 ore. La Versilia ha pagato un tributo altissimo con molti morti soprattutto nelle strutture per anziani.
Per questo deferimento ho ricevuto attestazioni di solidarietà anche da numerosi esponenti di sinistra. Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Lucca, dottor Umberto Quiriconi mi ha scritto ,: “È un deferimento di cui devi andare fiero in quanto determinato dal proposito di beneficialità verso i pazienti.” Susanna Ceccardi, per dare un segnale importate a chi lavora in sanità, mi ha chiesto di continuare il mio impegno, candidandomi nel collegio di Lucca. Sarò candidato nella lista “Toscana civica per il cambiamento” per Ceccardi presidente”, spiega in un lungo post sui social il primario Di Fiorino: ” Voglio ricaitolare alcuni impegni che assumo.
La pandemia Covid 19 è stata affrontata da ospedali stremati dalla deospedalizzazione, da tagli presentati come operazioni di manager di successo. Anche il territorio è stato devastato, con l’indebolimento della medicina territoriale, delle cure intermedie, domiciliari e della rete di medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta. I governi hanno tagliato al servizio sanitario 37 miliardi di euro in 10 anni. Bisogna avere il coraggio di voltare pagina. Bisogna cancellare le Aslone di più di un milione di abitanti. E’ stata una riforma che ha peggiorato la qualità delle cure e della vita. Ha sottratto la gestione della sanità dal controllo delle comunità locali. Due anni fa l’on. Federico Gelli (PD) analizzò lucidamente la riforma, esprimendo critiche che condivido. Scrisse di “misure ‘sanguinose’ a danno del personale: dal blocco del contratto a quello del turnover, da un invecchiamento progressivo degli operatori costretti a turni massacranti a quell’imbuto formativo che rende impossibile la formazione dei nostri giovani specializzandi “….omissis.. “Abbiamo dimenticato che la sanità è fatta di persone. In questo contesto, non siamo riusciti a dare l’attenzione che avremmo dovuto al personale. Medici, infermieri, operatori sanitari che in questi anni hanno tenuto in piedi la sanità in condizioni difficilissime si sono sentiti trascurati e messi da parte. Questo è stato il nostro errore più grande: riconoscere solo a parole il loro operato senza riuscire a valorizzare a pieno le loro professionalità e, soprattutto, senza riuscire a garantire loro condizioni lavorative migliori. Troppi emendamenti presentati nelle ultime finanziarie che andavano in questa direzione sono state bocciati da una classe politica vista, giustamente a quel punto, come distante ed insensibile di fronte ai gravi problemi che queste persone si trovano quotidianamente ad affrontare”. Dobbiamo difendere i nostri ospedali, implementando di nuovo i servizi che sono stati tolti.
Al Versilia, l’anatomia patologica e le analisi microbiologiche prima di tutto!
Non commenterò la assoluzione di Rossi per il buco di Massa, anche se questa vicenda permette di comprendere perché quando uno di sinistra è indagato esprime la propria fiducia nella magistratura .Ma è possibile, dopo che è evidente la mancanza di controllo di Rossi sulla situazione con ASL più o meno allora di dimensione provinciale, ad eccezione della Versilia (sempre secondo la ricostruzione fatta nel processo), è possibile che si sia voluta una riforma con Aslone con più di un milione di abitanti? Qual’è la logica, se non quella di tagliare, fuori dal controllo delle Comunità?
La deospedalizzazione .
E’ evidente che in molti settori una reale accessibilità e funzionalità dei servizi territoriali potrebbe favorire le dimissioni dall’ospedale in piena sicurezza. Mi riferisco ai percorsi dopo fratture (o interventi di protesi), dopo un ictus o un infarto. Vediamo che il sistema fa acqua. I reparti per acuti in Ospedale sono spesso occupati impropriamente per bisogni “sanitari” di pazienti fragili, che al di là della cura clinica richiedono anche una maggiore assistenza.
Per le patologie legate all’alcool, ma anche ad altre dipendenze la grave situazione è legata anche alla legge dell’assistenza psichiatrica,: il nostro paese –come sappiamo- ha adottato il modello più radicale di deospedalizzazione, chiudendo ogni istituzione psichiatrica in senso stretto.
L’emergenza Covid ha mostrato come la nostra organizzazione fosse fragile. Sapete perché la Germania ha avuto molti meno morti ed ha fatto fronte meglio di noi alla pandemia? In Italia siamo a 2.8 posti letto per 10 mila abitanti contro i 6.9 della Germania ( 30 anni fa i nostri posti letto erano gli stessi dei tedeschi! ) Se vengono tagliati posti letto e servizi essenziali (come la disponibilità delle biopsie in tempi accettabili. che per esempio permette di dare risposte rapide dopo un intervento per tumore , o come le analisi microbiologiche) poi le conseguenze si vedranno .
Un impegno per la disabilità. e soprattutto per lo spettro autistico. Non basta che i Comuni per qualche giorno illuminino gli edifici pubblici blu, ci vogliono finanziamenti per l’accesso alle terapie per lo spettro autistico il rimborso almeno all’80% dei trattamenti per le persone affette da Disturbi dello spettro autistico per tutto l’arco di vita. Il servizio pubblico deve garantire la regia: il progetto e la verifica delle terapie farmacologiche e dei trattamenti psicoterapici sui comportamenti problema. Senza cura, diventa derisorio parlare di integrazione, Le famiglie dei disabili non possono essere lasciate sole”.



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