Bufera sull’elezione del Gay più bello d’Italia, avvenuta al Mamamia sulla Marina di Torre del Lago la scorsa settimana. La “mela della discordia”, scoppiata sul web, alcuni video “caldi” del vincitore, il sesso non protetto e sue dichiarazioni che, a quanto pare, potrebbero fargli rischiare di perdere la fascia di “reginetto”.

“Il comitato organizzativo de “il gay più bello d’Italia” si riunirà in questi giorni – si legge nel comunicato stampa ufficiale – per valutare la propria posizione nei confronti del vincitore del titolo 2020, al momento al centro di una bufera mediatica per le proprie dichiarazioni in merito varie questioni delicate che colpiscono la nostra comunità! Ci dissociamo dalle dichiarazioni di Antonio Veneziani in quanto promotori di safe sex e forti sostenitori della legge sull omotransfobia! Entro domenica vi renderemo partecipi della nostra decisione”.

“Premettendo che ciascuno fa del proprio corpo e con il proprio corpo quello che vuole, bisognerebbe rispettare la libertà di chi decide di sfruttare economicamente la propria immagine e/o le proprie prestazioni sessuali, perché questa forma di lucro rappresenta a tutti gli effetti un lavoro, ma soprattutto perché questa persona non ruba nulla a nessuno”, commenta Francesco Mangiacapra, avvocato napoletano e escort, noto alle cronache toscane per aver dato, con la sua denuncia, il via alle indagini sul prete di Massa – finito sotto processo . che usava i soldi dei parrocchiani per festini a luci rosse. “Detto ciò – prosegue Mangiacapra, il cui libro è stato presentato anni fa proprio sulla Marina di Torre del Lago nel locale a fianco del Mamamia – trovo esecrabile che questo ragazzo faccia perennemente sesso senza preservativo: la propaganda del sesso bareback è un atto lesivo non solo per la propria vita ma per la salute collettiva. Il sesso bareback non può e non deve passare per una libertà o per un diritto sociale acquisito ma deve essere stigmatizzato perché pericoloso soprattutto per le persone disinformate e poco strutturate. Nonostante questo, credo che mettere in discussione il suo titolo sia un atto profondamente fascista perché ha vinto un concorso di bellezza e non la fascia di mister sesso sicuro. Tra l’altro, il fatto che facesse video che propagandano il sesso non protetto era ben noto già da prima quindi al massimo doveva costituire una motivazione valida per non votarlo, ma mettere in discussione adesso il suo titolo è una violenza”.

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