“Una marea crescente da combattere con responsabilità e solidarietà.

Un mondo strano il nostro. Anzi, a esser strana è l’umanità. Stiamo attraversando un momento a dir poco particolare, un periodo che non si riduce alla sola epidemia: un microscopico virus sta annientando una parte di questa nostra umanità. Questa è la pandemia”.

La riflessione, sul Coronavirus, è del primario di Senologia dell’ospedale “Versilia”, dottor Duilio Francesconi:

“Ogni giorno ascolto e leggo sul web fantomatiche teorie sul virus, sui tamponi, sui metodi di prevenzione… e mi viene da pensare. Non sono un virogolo e, per questo, non mi addentrerò in un campo in cui non sono esperto. Ma sono un medico e sento di non poter più tacere.

Ciò che vediamo nelle piazze, per le strade più frequentate e nei locali non può essere taciuto nè avallato: le più semplici regole di cautela, ormai note in tutto il Globo, non sono rispettate (il divieto di assembramento, l’obbligo del distanziamento e l’uso della mascherina, fra le tante). Si tratta di regole semplici, se vogliamo addirittura banali, che possono tuttavia salvare una vita, che possono evitare di ricadere nella paralisi di un’intera nazione, che possono impedire il riacutizzarsi della pandemia.

Il fatto che queste regole vengano ignorate o addirittura calpestate mi fa pensare a una mancanza di responsabilità e di solidarietà sociale.

Non dobbiamo scordare che il virus è ancora fra noi. È presente nei reparti sanitari dedicati, dove molti pazienti affetti sono ricoverati. È presente qui da noi, in Toscana, così come in tutta Italia e nel Mondo. Pensiamo inoltre al periodo particolare che stiamo per attraversare: la riapertura delle scuole, di ogni ordine e grado, e l’arrivo dell’inverno che renderà ben più difficile il distanziamento sociale.

Questa riflessione non può quindi che terminare con un appello. Un appello che rivolgo ai giovani, al futuro del nostro amato e martoriato Paese. Nei giovani difficilmente l’infezione può portare a conseguenze catastrofiche sul loro fisico e sulla loro salute; ma ciò non significa che il contagio rimanga privo di risvolti negativi. Può essere infatti veicolo di trasmissione a danno delle persone più fragili.

Ragazzi, pensate ai vostri parenti anziani, pensate ai vostri amici immunodepressi, pensate ai conoscenti affetti da patologie respiratorie, oncologiche, metaboliche. Pensate, infine, ai vostri insegnanti e compagni di classe.

Non possiamo permetterci di non far aprire le scuole o di vederle presto richiuse per leggerezza. Ne andrebbe dell’impoverimento culturale del Paese, con enormi ripercussioni socio-economiche. Non possiamo permettere che i nostri preziosi insegnanti vengano decimati a causa dei contagi tra i banchi di scuola.

Siate responsabili. Siate solidari. Poche e semplici regole possono sconfiggere il virus”

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ultimo aggiornamento: 12-09-2020


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