“Il nostro sistema sarà messo a dura prova tra 15-20 giorni quando saranno ripresa sia le scuole che tutte le attività economiche. L’escalation c’è ma è più lenta che nel resto d’Europa anche se è necessario non abbassare la guardia per vanificare quanto è stato fatto finora”.

Andrea Crisanti il virologo che ha combattuto con successo il
Covid 19 in Veneto è convinto che ci sia ancora molto da fare e che dobbiamo essere pronti a fronteggiare la nuova crescita del coronavirus
anche se adesso in Italia le cifre non sono allarmanti. “I 1.500 casi di
contagio al giorno che registriamo in Italia non sono quelli di altri Paesi e
neanche quelli in Italia ai primi di marzo. Ora però dobbiamo capire cosa
succederà tra due-tre settimane quando la scuola e l’attività economica
saranno a pieno regime”. Il professor Andrea Crisanti ha parlato questa
sera al Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio nel quinto
appuntamento dei talk show “Gli Incontri del Principe”, intervistato
dall’inviato speciale de ”Il Giornale” Stefano Zurlo. L’Italia è dunque di fronte
a un bivio a livello sanitario quando incombe l’autunno. “Fino a quando si
registrano 6-7mila casi al giorno le nostre strutture sanitarie – spiega Crisanti

  • sono in grado di fronteggiare e contenere il diffondersi del contagio, con
    l’isolamento dei soggetti. Se il numero fosse più consistente la situazione
    sarebbe molto difficile da gestire. Lockdown mirati come in Israele? Quello
    Stato è estremamente organizzato ed ha una sanità molto efficiente. Il fatto
    che lì i numeri crescano è un fatto preoccupante, anche perché il clima si
    avvicina a quello che abbiamo noi ora in Italia. Ad ottobre-novembre
    capiremo molte cose”.

La strategia vincente di Andrea Crisanti con il suo modello di intervento in
Veneto nella primavera scorsa si è basata molto sui tamponi effettuati a
tappeto. “Oggi in Italia – spiega Crisanti – si effettuano circa 95mila tamponi
al giorno, contro i 350mila dell’Inghilterra. In Israele se ne fanno 50mila ma
hanno una popolazione numericamente molto inferiore alla nostra. In Italia
sarebbero necessari 300-350 tamponi al giorno per contenere il Covid”. Ma
il virus è cambiato? Secondo il virologo dell’Università di Padova no. “Non è
cambiato ed è cambiata invece la situazione rispetto a quella che dovevamo
fronteggiare in Italia a marzo. Ora ci sono molti più asintomatici ma
soprattutto gli anziani sono più protetti e si usano giustamente molte più
precauzioni soprattutto nelle case di riposo. Ma guai abbassare la guardia”.
Siamo a poche ore dell’inizio della scuola e che consiglio si sente di dare il
professor Crisanti? “Bisogna impegnarci tutti –sottolinea il virologo – perché
le misure che vengano adottate abbiamo più successo possibile. Comunque
non entro nel merito delle scelte sui banchi con le rotelle. Dico che ci vuole
senso di responsabilità da parte di tutti e certamente la Comunità Scientifica
sarà molto scrupolosa nell’analizzare cosa accadrà ed eventualmente
apportare degli aggiustamenti a quanto è stato deciso”.

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