Un sogno fatto di note, un dialogo fra pianoforte e orchestra che accompagnachi ascolta a riscoprire la sua parte più intima

Un brano che parla di sogni espressi, inespressi, di sognatori ad occhi aperti, di romantici e di speranza. Un brano creato e pensato per portare l’ascoltatore in un’altra dimensione, la parte più intima di noi stessi.

«La parte per pianoforte è stata creata di getto: appena ho iniziato a suonare, le note hanno subito preso forma. Quel giorno mi sentivo molto ispirata e, soprattutto, ero guidata dai sentimenti e dalle sensazioni di quei particolari momenti». Così la giovane pianista e compositrice Lucrezia Eleonora dell’Aquila descrive il suo ultimo lavoro.

La parte orchestrale è nata successivamente: inizialmente Dream era concepito per essere in pianoforte solo, ma, dopo la registrazione in studio, ci si è accorti di dover apporre qualcosa in più al brano, una seconda voce in grado di rispondere alla prima, il pianoforte.

Questa seconda parte orchestrale è stata curata assieme ad un arrangiatore ed elaborata, bozza dopo bozza, nel minimo dettaglio di note, dinamica ed espressività.
La scelta di intitolare il brano “Dream” è stata dettata dal desiderio di creare un’atmosfera di pace e serenità nella quale la musicalità potesse suscitare emozioni, conciliando, come in un incantesimo, la realtà e il sogno.

«In futuro penso a un Ep o un Album che sarà un’unione di ciò che mi rappresenta: le due parti più importanti di me che si fondono insieme, la musica strumentale e la musica pop.
Un mix di suoni influenzati dall’ascolto eterogeneo e multigenere che assaporo da sempre, perché ritengo che sia fondamentale per la formazione di ciascun artista». Lucrezia

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