Nell’epoca dell’economia circolare una riflessione sulla trasformazione dei rifiuti in materie prime non può trascurare il mondo del rifiuto elettrico ed elettronico, sia per i suoi volumi economici e materiali, sia per le sue potenziali conseguenze sociali ed ambientali.

Da questa ed altre considerazioni è partita l’iniziativa del Comune di Forte dei Marmi di donare una ventina di apparecchiature in dismissione a “Informatici Senza Frontiere”, associazione nazionale di promozione sociale nata nel 2005 a Treviso e con succursali soprattutto nel centro nord Italia ed in PugliaAlla base di uno dei tanti progetti di “Informatici Senza Frontiere” si trova infatti quello del Trashware un importante messaggio di eco-sostenibilità e solidarietà: con l’aiuto dell’Italian Linux Society, vengono recuperati vecchi hardware per ricondizionarli, riportarli a nuova vita e donarli poi a scuole, ospedali, centri di accoglienza, case famiglia, associazioni e cittadini bisognosi.

Questa mattina il Vice Sindaco e assessore alla Cultura Graziella Polacci e il consigliere delegato all’Informatizzazione Massimo Lucchesi hanno ricevuto presso il Comune di Forte dei Marmi Alexander Palummo, coordinatore per la Toscana e Referente nazionale TrashWare di Informatici Senza Frontiere.

“Su proposta dell’ingegnere Domenico Dimisa, del nostro ufficio CED- spiegano il vicesindaco Polacci e il consigliere Lucchesi – abbiamo subito recepito con entusiasmo l’iniziativa. Ed oggi dopo aver incontrato il coordinatore Palummo, l’Amministrazione ha deciso di mettersi a disposizione dell’associazione anche per progetti futuri in cui andremo a coinvolgere la nostra comunità, attenta e sensibile alle politiche ambientali che il nostro ente persegue da moltissimi anni. Ci auguriamo inoltre che possano essere interessati anche altri comuni della Versilia.”

“La nostra associazione – afferma Alexander Palummo – si adopera da sempre per contrastare il divario digitale, con particolare sensibilità verso le categorie fragili e il Sud del mondo e credo che da questa collaborazione potranno scaturire importanti sinergie dalla valenza ecologica e socioeconomica, tra cui prassi che favoriscano il recupero e il riuso piuttosto che la sostituzione continua incentivata dall’obsolescenza programmata”.

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